GERMANIA. 550 MILIARDI PER LE AZIENDE E NEANCHE UN CENTESIMO PER I DIPENDENTI

di Carla Boulboullé*

L’economia mondiale capitalista si è irrigidita da tempo sotto il rischio imminente di un crollo del sistema finanziario, poiché la continua e sempre più profonda contrazione della produzione industriale e del commercio mondiale avrebbe innescato il suo sprofondamento nella recessione. Un virus è stato sufficiente a scatenare la crisi di questo sistema capitalista, e causare  il crollo del mercato azionario mondiale. L’inarrestabile diffusione della pandemia sta smascherando l’entità della distruzione capitalistica delle fondamenta della società umana.

La lotta dei governi di tutti i Paesi sta quindi concentrando tutte le risorse su questo, “ad ogni costo”, per assicurare la sopravvivenza di questo sistema e il suo sostentamento, l’appropriazione di profitti e rendite. L’Handelsblatt (giornale finanziario tedesco, ndr) riferisce che in primavera le 100 maggiori aziende tedesche pagheranno 44 miliardi di euro di dividendi ai propri azionisti.

Alla conferenza stampa del 13 marzo il ministro delle finanze Scholz (SPD) e dell’economia Altmaier (CDU) al governo nella Grande Coalizione hanno disposto un “gigantesco schermo protettivo per l’economia tedesca” contro la “Crisi economica da Corona”. Esso è stato accolto all’unanimità durante l’incontro serale della Cancelliera Merkel con l’associazione dei datori di lavoro BDA e il presidente del DGB (Federazione Tedesca dei sindacati n.d.r.) Hoffmann.

L’attenzione si concentra sul “supporto creditizio illimitato per prevenire una crisi di liquidità nel settore manifatturiero e dei servizi, e anche per prevenire una nuova crisi bancaria”.

A tal fine, nel bilancio sarà accantonata una garanzia di credito di 550 miliardi di euro, che non è vincolata né dallo “schwarzen Null” né dal freno all’indebitamento. Questo ombrello di protezione per le aziende (e le banche) supera così i 500 miliardi che la grande coalizione aveva messo a disposizione nel 2008 per salvare le banche. Tuttavia, non impedirà il fallimento di numerose aziende più piccole, compresi i lavoratori autonomi. Allo stesso tempo, i responsabili della politica e dell’economia chiudono deliberatamente gli occhi di fronte al pericolo che questa marea di miliardi incoraggi una bolla di credito e di debito, che a sua volta aumenta il rischio di un crollo del sistema finanziario.

Questi miliardi statali sono utilizzati esclusivamente per il salvataggio di profitti e rendite. La stragrande maggioranza dei lavoratori e dei giovani, gli operatori ospedalieri e sanitari, che sopportano il peso dei danni causati dal virus, non riceverà. da questi miliardi di euro così liberamente distribuiti. neanche un centesimo!

L’espansione epidemica del lavoro a orario ridotto per ora di un milione di dipendenti e l’aumento immediatamente previsto di altri 1,5 milioni segnala lo sviluppo di una catastrofe economica.
Come scritto nell’ultimo numero di Soziale Politik & Democratie (Politica sociale e democrazia, ndr), i lavoratori interessati devono finanziare il 60% del loro salario netto con il loro fondo di assicurazione contro la disoccupazione. Questo viene ora saccheggiato allo stesso tempo dalla perdita dei contributi sociali dei datori di lavoro, che in realtà sono il salario indiretto dei dipendenti.

La perdita salariale del 40%, che è ancora più elevata rispetto al salario effettivo, colpisce la maggior parte dei dipendenti. Solo una piccola parte di essi riceverà dai datori di lavoro un aumento dei vantaggi del lavoro a orario ridotto, grazie ai contratti collettivi vinti.

Nel suo discorso televisivo ai “suoi concittadini” la cancelliera Merkel parla della più grande “sfida al nostro Paese dalla seconda guerra mondiale”. Come al solito, concentra le sue dichiarazioni morali sul giuramento che ogni “individuo”, in quanto membro della “comunità”, si assume la responsabilità della portata del disastro. E, speculando sulle preoccupazioni e i timori della gente, non fa distinzione tra le preoccupazioni e gli interessi delle società, degli azionisti e degli speculatori finanziari e quelli dei lavoratori e delle microimprese, le quali devono temere per la loro esistenza sociale. Il Ministro della Salute Spahn (CDU) sottolinea che la Germania è “ben preparata” alla lotta contro il virus grazie alle sue politiche. In realtà, la sua strategia si limita a utilizzare le capacità e il personale di emergenza degli ospedali esistenti, che sono già stati ridotti, a spese dei pazienti che vi si trovano, per misure di emergenza contro la malattia del virus, che sono inadeguate sotto ogni aspetto.

Per fare questo, si avvale delle risorse finanziarie delle compagnie di assicurazione sanitaria.

I ministri delle finanze e del lavoro, Scholz e Heil (entrambi SPD), stanno cercando di utilizzare misure come il prolungamento del lavoro a orario ridotto per nascondere il fatto che il loro enorme scudo protettivo di miliardi non è destinato ai lavoratori e li lascia fuori sotto la pioggia.

Questi partiti della Grande Coalizione sono i principali colpevoli di anni di politiche capitalistiche contro l’assistenza sanitaria, il cui lavoro distruttivo è stato messo a nudo dall’avanzata della pandemia. Per coprire tutto questo, la Grande Coalizione, la lobby politica del capitale, presenta la malattia del virus in Germania come una catastrofe naturale proveniente dall’esterno. Anche un “sistema sanitario eccellente” (Merkel) deve poi raggiungere i suoi limiti, anche se “in questi giorni dimostrano quanto la Germania tragga beneficio dal nostro forte stato sociale e dall’efficiente sistema sanitario” (Scholz, nell’intervista di Handelsblatt del 17 marzo).

In realtà, il virus incontra un sistema di assistenza sanitaria e un’infrastruttura sociale distrutti. Colpisce i comuni con un portafoglio investimenti di 138 miliardi di euro; gli ospedali, dove il portafoglio investimenti ammonta a quasi 40 miliardi di euro (DGB), e 162.000 posti di lavoro non occupati (ver.di) (Unione dei Sindacati del settore dei servizi ndr).

Le chiusure degli ospedali, le privatizzazioni e le riduzioni dei posti letto hanno causato una drastica riduzione delle capacità. Manca tutto. La capacità delle unità di terapia intensiva deve essere aumentata drasticamente, devono essere creati nuovi ospedali di fortuna, devono essere prodotti immediatamente respiratori, tute protettive e maschere, devono essere introdotti test virali su larga scala.

Queste sono realisticamente le condizioni esistenti che rendono la prognosi di milioni di persone infette e di molti decessi un problema. I medici negli ospedali sono costretti a scegliere quale paziente, con quale malattia e a quale età è ancora curabile. O se i pazienti con altre malattie possono essere trattati.

Anche nell’attuale drammatica situazione, in cui il personale ospedaliero lavora fino allo sfinimento e spesso senza una protezione sufficiente, non vengono stanziati fondi per l’immediato reclutamento di “più personale”, nessun miliardo supplementare per coprire il costo del lavoro. Esigenze di investimento? No perché questo richiederebbe la rottura del freno all’indebitamento.

Non una parola della Merkel nel senso: “Faremo di tutto per superare questi lamenti catastrofici”? – No, invece si prende la libertà di ingannare le persone colpite dal virus Corona con l’appello bigotto: “La nostra solidarietà, la nostra ragione, il nostro cuore l’uno per l’altro è già messo a dura prova…”.
Fare tutto il possibile per contenere la pandemia? – No, si devono ridurre i posti letto e chiudere gli ospedali, come gli ospedali “superflui”. in NRW o a Berlino, l’ospedale di Lebach, l’ospedale municipale di Dresda o le cliniche in Sassonia-Anhalt, Turingia.

Per un programma immediato per combattere la situazione di emergenza negli ospedali

Per questo motivo, i colleghi degli ospedali berlinesi Charité e Vivantes hanno elaborato un primo catalogo di richieste al Senato di Berlino, “che devono essere attuate immediatamente, in modo che gli ospedali possano prendersi cura dei pazienti”. Essi saranno prima discussi dallo staff:

  • aumento immediato del personale attraverso nuove assunzioni, finanziate con fondi aggiuntivi, compresi i prestiti, che il Senato paga in anticipo e che successivamente richiede al Governo Federale;
  • investimenti immediati in risorse materiali, finanziamento di test, letti, camere, misure di protezione per il personale;
  • interrompere tutti i piani o i piani in corso di attuazione per la chiusura di ospedali, reparti e riduzione dei letti;
  • fermare tutti i piani di privatizzazione;
  • gli ospedali privati sono sotto il controllo statale del Senato. Devono essere disponibili per l’assistenza generale.

* Soziale Politik & Democratie | Nr. 428 | 20 Marzo 2020

Traduzione di Peppe Guarascio e Chiara Levato

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