PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #12 (1994/8)

I mesi di marzo e aprile del 1994, come meglio specificato nell’ultima riflessione, sono caratterizzati da un tentativo di dialogo governativo fallito per espressa volontà delle comunità zapatiste che rifiuteranno gli accordi di pace proposti dal governo federale in quanto privi di una reale e immediata efficacia sui territori insorti. 

Intanto il 10 aprile gli zapatisti celebrano l’anniversario della morte di Emiliano Zapata e per tutto il mese i territori ribelli sono attraversati da carovane di aiuti, diretta espressione della solidarietà ribelle. La risposta dei latifondisti e degli allevatori chiaramente non si farà attendere, imprimendo un aumento spaventoso della repressione e dell’aggressività nei confronti delle comunità indigene.

La reazione non è soltanto di natura interna. Il subcomandante Marcos denuncia in maniera circostanziata la presenza di consiglieri militari statunitensi e guatemaltechi in Chiapas e quella di mercenari argentini che avevano precedentemente operato in Honduras: Sull’ingerenza del governo statunitense sappiamo che, almeno da giugno del 1994 stanno inviando un gruppo di consiglieri, rangers o un loro equivalente, con la denominazione di Sistema di operazione riservate o segrete.

Ad ogni modo, i primi mesi subito dopo la sollevazione sono caratterizzati da un processo esplorativo del panorama politico istituzionale con una serie di incontri con i rappresentanti del mondo della sinistra messicana: uno per tutti con l’allora candidato del Partito della rivoluzione democratica (Prd) alla Presidenza della Repubblica, Cuauhtemoc Cardenas Solorzano. Con lui gli zapatisti avranno un rapporto ambivalente.

Nonostante il no secco delle comunità indigene insorgenti alle proposte governative, gli zapatisti decisero di mantenere ugualmente il cessate il fuoco, aprendo al contempo un dialogo con la società civile. L’interruzione del negoziato con il governo fu reso pubblico attraverso la Seconda dichiarazione della Selva Lacandona con la quale chiesero di ottenere una transizione pacifica verso la democrazia attraverso l’istituzione della Convenzione nazionale democratica (Cnd). L’obiettivo degli insorti era di organizzare l’espressione civile e la difesa dell’espressione popolare… e pretendere la realizzazione di elezioni libere e democratiche, e lottare senza sosta per il rispetto della volontà popolare.

Dal 5 al 9 agosto, in piena campagna elettorale per l’elezione del Presidente della Repubblica, si avvia la sperimentazione della Cnd, uno strumento di partecipazione politica e culturale ideato dall’Ezln e chiamato Aguascalientes in onore del luogo dove fu celebrata, nel 1914, la Convenzione delle forze rivoluzionarie messicane. In quattro giorni il villaggio di Guadalupe Tepeyac si riempie di circa settemila messicani rappresentanti organizzazioni sociali, indigeni, contadini, operai, artisti, intellettuali e tantissime persone che, pur non appartenendo a nessuna organizzazione politica, sentono la necessità di rispondere all’appello.

L’obiettivo, come già anticipato nella Seconda dichiarazione, è quello di scongiurare la via armata, per sconfiggere se stessi come militari e per poter continuare la lotta. I ribelli indigeni impiegheranno poco meno di un mese per costruire il primo Aguascalientes. Simultaneamente, dall’altro capo della Selva Lacandona, diverse migliaia di persone si organizzeranno per partecipare al primo viaggio della Fitzcarraldo, una nave che metterà in collegamento i movimenti sociali con i ribelli della Selva Lacandona: Il paradosso anacronistico, la tenera follia dei senza volto, l’assurdità di un movimento sociale civile che dialoga con un movimento armato (Discorso di inaugurazione della Cnd, 8 agosto 1994). La Convenzione nazionale democratica sarà, senza alcun dubbio, il primo momento, dopo la rivolta armata, pensato per testare la capacità di tenuta politica e di attrazione sociale dell’Ezln.

In un’ottica di non esacerbazione dei rapporti con le istituzioni, l’Ezln dichiarerà – all’indomani della Cnd – di non voler interferire con le elezioni che, da lì a breve, si sarebbero tenute in tutto il territorio messicano. Il voto del 21 agosto (sia quello federale che quello statale in Chiapas), caratterizzato dai soliti brogli elettorali, vedrà la vittoria del candidato del partito di stato, Ernesto Zedillo Ponce de Leon e del candidato del PRI a governatore del Chiapas, Eduardo Robledo Rincon.

Nelle settimane successive al voto si svilupperanno importanti mobilitazioni sociali lungo tutto lo Stato del Chiapas; questa sarà una valida motivazione per il governo federale di incrementare la presenza militare sui territori insorti.

La seconda convocazione della Cnd avviene in un clima politicamente teso e, seppur partecipata, non produce proposte concrete. L’occasione però sarà sfruttata dall’Ezln per rendere pubbliche le proprie analisi sul processo elettorale appena terminato: Non si può sconfiggere il sistema del partito di stato con le stesse armi che lo sostengono e lo avallano davanti all’opinione pubblica. Fino a quando l’organizzazione delle elezioni continuerà a essere nelle mani del partito di stato, qualsiasi tentativo di lotta finirà nella frustrazione e nel immobilismo politico o in cinico cammino claudicante. Un governo transitorio, di cambiamento, è necessario per la democrazia. Per questo, coloro che sono stati chiamati a costituire un grande fronte di opposizione che unisca tutti i milioni di messicani che sono contro il sistema di partito di stato, sono visti con speranza (La lunga traversata della speranza, Ezln, 22 settembre 1994).

Inizia dunque a maturare la strada dell’autonomia rispetto ai percorsi istituzionali tradizionali. In futuro gli zapatisti oscilleranno, più o meno tatticamente, tra aperture e repentine chiusure rispetto al potere costituito.

Intanto, continuano a consolidare il rapporto con i movimenti sociali, utilizzando tutte le occasioni che via via si paleseranno lungo il loro percorso politico. In occasione del ventiseiesimo anniversario del massacro degli studenti, avvenuto il 2 ottobre 1968, inviano agli studenti radunati a Città del Messico un messaggio di solidarietà e di invito alla rivolta: Fratelli, studenti, operai, coloni, contadini, casalinghe, impiegati, artisti, intellettuali onesti, uomini e donne che da ventisei anni partecipate a uno dei movimenti più importanti di questo doloroso secolo… voi sapete cosa vuol dire lottare contro la bugia e la calunnia, lo sanno i vostri figli, uomini e donne che, dopo il 1968, hanno lottato e lottano contro un sistema di ingiustizie. Oggi, come ventisei anni fa, il messicano che non accetta elemosine, che non vuole oppressione, che è degno, che si ribella e che lotta, è sospettato di non essere messicano, è sospettato di essere straniero (Comunicato dell’Ezln, 2 ottobre 1994).

In un clima di crescita del consenso sociale e di scontro politico con le istituzioni, l’Ezln l’8 ottobre rompe ufficialmente il dialogo con il governo federale per non rendersi complice dell’inganno che il governo di Salinas de Gortari perpetra, per non avallare la cultura del crimine politico che caratterizza l’attuale governo, per riaffermare la sua promessa di lottare contro la frode e l’imposizione… (Comunicato dell’Ezln, 8 ottobre 1994).

Il 17 novembre, nell’Aguascalientes di Guadalupe Tepeyac, gli zapatisti festeggeranno – per la prima volta pubblicamente – l’undicesimo anniversario della nascita dell’Ezln. Dinanzi alla stampa e alla società civile il subcomandante Marcos ammetterà gli errori commessi in questa prima difficile fase di insurrezione: Come Esercito zapatista di liberazione nazionale possiamo dire di aver commesso molti errori. Alcuni sono stati il prodotto della nostra ottusità politica, della nostra ignoranza e delle limitazioni che provoca il fatto di essere armati, senza volto e assediati… Molte volte la nostra parola non è stata la più azzeccata, né la più opportuna. […] Oggi, come nel 1993, quando preparavamo la guerra, come nel 1992, quando la decidemmo, come nel 1984, quando compimmo il primo anno, come nel 1983, quando iniziò il risveglio della speranza, il piano zapatista è lo stesso: cambiare il mondo, renderlo migliore, più giusto, più libero, più democratico, cioè più umano (Comunicato dell’Ezln, 17 novembre 1994).

Il primo dicembre, assumerà la carica di presidente della repubblica Ernesto Zedillo Ponce de Leon e l’Ezln lo accoglierà con un “caloroso” benvenuto: Voi dovete scomparire, non solo perché rappresentate un’aberrazione storica, una negazione umana e una crudeltà cinica; dovete scomparire anche perché rappresentate un insulto all’intelligenza. Voi avete reso possibile la nostra esistenza, voi ci avete fatto crescere. Siamo il vostro “altro”, il vostro contrario siamese. Perché noi scompariamo, dovete scomparire voi (Comunicato dell’Ezln, primo dicembre 1994).

Per concludere l’anno, il 19 dicembre gli indigeni ribelli, senza sparare un solo colpo, lanceranno una nuova offensiva politica che segnerà il nuovo passo verso l’esperienza autonoma zapatista: riuscendo a rompere l’assedio militare, si impossessano simultaneamente di trenta municipi dello stato. Questi municipi verranno dichiarati autonomi e ribelli.

La redazione di Malanova


Fonti bibliografiche utilizzate

1) G.M. Ramirez, EZLN 20 y 10, el fuego y la palabra, “Revista Rebeldía”, 2003.

2) R. Bugliano, Messico zapatista, Roma, Editori Riuniti, 1997.

3) Enlace Zapatista: https://enlacezapatista.ezln.org.mx/.


LE PUNTATE PRECEDENTI

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #1 (1993)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #2 (1994/1)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #3 (1994/2)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #4. IL SOGGETTO DI CAMBIAMENTO

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #5 (1994/3)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #6 (1994/4)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #7. LA POETICA RIVOLUZIONARIA

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #8. FAVOLE PER INTERROGARSI

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #9 (1994/5)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #10 (1994/6)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #11 (1994/7)

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