LA PIETRA DEL VATICANO: POLITICIZZAZIONE DELLA TEOLOGIA

Appunti di Teologia Politica (VI)

De Maistre punta dritto sul concetto di sovranità, che per lui significa decisione. E l’essenza della decisione è l’infallibilità. I due termini, infallibilità” e sovranità”, sono perfettamente sinonimi”. Ogni sovranità, sia essa Stato o Chiesa, ordinamento statale o ordine spirituale, si comporta come se fosse infallibile, ogni governo è assoluto” (M. Tronti, Il nano e il manichino. La teologia come lingua della politica, Roma, Castelvecchi, 2015, p. 13). 

Anche il papismo, dunque, ha operato un’uccisione, un’altra crocifissione del Cristo. Ha ceduto alla tentazione di Giacomo e Giovanni, di essere serviti piuttosto che servire. Il cristianesimo occidentale, imbevuto di umanesimo e illuminismo, non poteva più credere all’idea che il Figlio di Dio, risorto dalla morte, sarebbe stato con noi fino alla fine dei tempi a capo della Chiesa. Morto il Cristo era necessario un reggente, dice la ragione, un vicario, un successore. E questo vicario non può essere che un uomo infallibile, appunto, divino al posto di Dio e per volere di Dio.

“Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema” (Costituzione dogmatica Pastor Aeternus, Concilio Vaticano I).

Infallibile, dato il fondamento petrino del Vescovo di Roma, anche se lo stesso Pietro bloccò Cornelio che voleva adorarlo:

“Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!” (At 10,25).

L’ecclesiologia subisce un mutamento. Dalla natura conciliare che, secondo la scrittura, vide gli Apostoli riunirsi a Gerusalemme per dirimere collegialmente, insieme allo Spirito Santo, le questioni conflittuali di natura teologica, si passò gradatamente alla monarchia vaticana. Il cristianesimo si strutturava secondo le tradizioni del mondo. Dalle piccole comunità alla divisione che seguiva l’amministrazione romana con le province e le metropoli fino ai patriarcati che avevano giurisdizione ognuno nel proprio territorio di competenza: Roma, Antiochia, Alessandria e poi Costantinopoli perché nuova capitale dell’impero. Dalle comunità sorelle, alla Pentarchia, fino alla Monarchia romana. Anticamente ogni chiesa (dal greco ecclesia, comunità) era la chiesa universale guidata da presbiteri/vescovi legati alle altre comunità dal medesimo deposito delle fede, l’unico normativo per tutti. Il Verbo di Dio, la sua parola, legge per la Chiesa intera di cui ogni comunità era un membro con a capo il Cristo stesso. C’era un’unica Pietra e non un unico Pietro. Ogni cristiano, a immagine del Cristo, vera roccia, era considerato pietra dell’edificio spirituale in costruzione, secondo l’espressione stessa dell’Apostolo Pietro:

“Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo” (1 Pt 2,4-5).

Non si dava un’altra pietra che non fosse quella del Cristo, divenuta testata d’angolo anche se scartata dai costruttori. La secolarizzazione della teologia impose che non fosse più Dio a capo della Chiesa, ma un uomo suo vicario capace di mediare, di essere pontefice! Ecco la politica che diventa teologia per il governo. Con la rinuncia del titolo da parte dell’Imperatore Graziano nel 376,  la carica di pontefice massimo non fu più assunta da nessun imperatore, il titolo di Pontifex maximus fu assunto dai vescovi di Roma. Il cristianesimo passava da religione lecita a religione di Stato e, con la caduta dell’Impero d’Occidente, il Vescovo di Roma cominciò ad aspirare al regno terreno oltre a quello celeste chiedendo l’abdicazione di Cesare e di Dio. L’uomo è per l’uomo l’essere supremo, secolarizzazione dei concetti teologici. 

Il Logos potrebbe dire anche a noi: Tu sei Pietro, ecc. Pietra, infatti, è ogni imitatore di Cristo. Da Cristo attingevano coloro che si dissetavano a una pietra spirituale che li accompagnava. E su ogni pietra di tal genere viene edificato tutto l’insegnamento della Chiesa e il modo di vivere conforme ad esso. Infatti in ognuno dei perfetti che hanno l’insieme degli insegnamenti, delle opere e dei pensieri che compiutamente realizzano la beatitudine, è la Chiesa edificata da Dio. Ma se ritieni che solamente su quel Pietro Dio edifichi tutta quanta la Chiesa, cosa dirai allora di Giovanni, il figlio del tuono o di ciascuno degli apostoli? Ma veramente oseremo asserire che le porte degli inferi non prevarranno su quel Pietro in particolare, mentre prevarranno sugli altri apostoli e sui perfetti? Non è che la suddetta promessa: le porte degli inferi non prevarranno su di essa e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, viene fatta in rapporto a tutti e ad ognuno di loro? Dunque le chiavi del regno dei cieli sono consegnate da Cristo al solo Pietro, e nessun altro dei beati le riceverà? Ma se la promessa: a te darò le chiavi del regno dei cieli è comune ad altri, come non lo saranno tutte le parole precedenti e conseguenti rivolte a Pietro…?” (ORIGENE, Commento al Vangelo di Matteo).

Dunque, a mo’ di sintesi, la politicizzazione della teologia afferma:

“E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra»” (Mc 10,35-37). 

La teologicizzazione della politica afferma:

“All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»” (Mc 10, 41,45).

Non c’è nessuno al mondo che debba essere servito se neanche Dio è venuto per essere servito, ma per servire. L’uomo, divenuto essere supremo di se stesso, richiede sacrifici umani, potenza personale e sottomissione altrui, monarchia contro democrazia: meglio comunità, comunismo (essenza del quale, appunto, è una società di eguali e non di leader infallibili, secolarizzazione di un principio teologico). Questo il pensiero teologico che diventa politico, si secolarizza. Se io sono dio a me stesso, sono la misura di tutte le cose e tutti devono riconoscerlo, volontariamente o per forza. Questo è il fondamento dell’“effetto naturale della società moderna” a isolarsi e isolare. Questo è la vera pandemia moderna base di ogni ineguaglianza: l’Ego al centro dell’universo! Io sono io e voi non siete un cazzo, affermava Sordi nel film Il Marchese del Grillo. Questa, per altro, è l’ideologia borghese/capitalistica che diventa tecnica di governo. Con il “sogno americano” ci hanno fatto credere che se solo lo vogliamo, se ci impegniamo, possiamo diventare come Jeff Bezos o più modestamente come Berlusconi! Quindi, a tutti è data la medesima possibilità di essere dio a se stesso, questo il liberalismo democratico; se non ce la fai è colpa tua perché evidentemente non ti sei impegnato. Berlusconi faceva il piano bar nelle navi da crociera! Di Maio vendeva bibite allo stadio! Bill Gates era uno studente squattrinato che programmava nel garage di casa. Avvinti da questo sogno, osanniamo i ricchi assunti a modello, volendo diventare come loro e insultiamo i poveri in quanto vagabondi e nullafacenti! Il mondo al contrario, facile soteriologia consumistica per le masse…e i potenti se la ridono. 

L’uomo che si fa Dio chiede potere, il Dio che si fa uomo afferma la sua kenosis, il suo abbassamento. 

Un principio valido per tutto il tempo di tutti i tempi. Ed è compatibile con ogni sistema sociale. Il Superuomo divinizzato. Vale per il nazismo di Hitler che predica la superiorità della razza germano/ariana come può valere per il comunismo autoritario del leader forte che pure predica l’uguaglianza e l’internazionalismo. È una tentazione valsa per il Papa di Roma come pure al giorno d’oggi investe la Chiesa Ortodossa, che pure predica un’ecclesiologia sinodale, dove la Russia (la più grande comunità cristiano-ortodossa), la Terza Roma, contende a Costantinopoli, la nuova Roma, oramai diventata una piccola comunità sotto il dominio Turco, lo scettro del primus inter pares. Anche qui una secolarizzazione della teologia che soccombe alla tensione geopolitica tra Biden e Putin nella contesa sull’Ucraina, tradizionalmente unita alla Chiesa Russa ma a cui Bartolomeo di Costantinopoli ha concesso l’autocefalia premiando una parte di prelati considerati dall’altra parte come degli scismatici. Sotto il manto della religione la solita guerra dei confini e delle influenze: umano, troppo umano.

La redazione di Malanova

I precedenti contributi:

Appunti di Teologia Politica (I) – LA POLITICA COME PENSIERO SCORRETTO

Appunti di Teologia Politica (II) – SPAZZOLARE LA STORIA CONTROPELO

Appunti di Teologia Politica (III) – GLI ALBERI DEL BOSCO ANDARONO PER UNGERSI UN RE

Appunti di Teologia Politica (IV) – SOVRANO È CHI DECIDE SULLO STATO DI ECCEZIONE (I)

Appunti di Teologia Politica (V) – SOVRANO È CHI DECIDE SULLO STATO DI ECCEZIONE (II)

Print Friendly, PDF & Email