BACOLI: BUONE PRATICHE DAL SUD

Il 5 Gennaio del corrente anno, il giovane sindaco di Bacoli, cittadina campana di circa 27 mila abitanti, ha annunciato il superamento della quota del 90% di raccolta differenziata.

Vediamo come funziona il settore rifiuti di questa piccola città del Sud. La gestione della raccolta dei rifiuti è affidata alla Flegrea Lavoro S.p.a. che è una società di servizi ad intero capitale pubblico che opera nei settori dell’igiene urbana e del verde pubblico. Con circa 40 dipendenti assicura il decoro urbano nella città di Bacoli nell’area dei campi flegrei, assicurando percentuali di raccolta differenziata vicine all’85% qualificandosi tra i comuni ricicloni d’Italia. Così sul sito con dati evidentemente di qualche tempo fa ma sempre molto lusinghieri.

In primo luogo questo risultato sfata un luogo comune: il gestore del servizio rifiuti capace di una tale performance è un’azienda totalmente pubblica con il solo “neo” di essere una S.p.a. – quindi una società attinente al diritto privato – particolare importante ma secondario rispetto al dato della privatizzazione diffusa del settore in tutta Italia.

Dal “Regolamento per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati” del Comune di Bacoli ricaviamo il sistema di raccolta utilizzato. Si comincia dalla consueta raccolta porta a porta per le utenze domestiche con ritiro al piano terra in sacchi unifamiliari di plastica trasparente a perdere. La raccolta domiciliare è potenziata da ecocentri sparsi nella città in cui conferire ingombranti, RAEE, toner, olio esausto ed altri rifiuti pericolosi. È stato implementato anche un Centro di Ecoscambio per la raccolta di oggetti in buone condizioni di conservazione da avviare al riuso.   

L’Amministratore Unico della società, Valentina Sanfelice di Bagnoli, specifica che lo scopo di una buona raccolta differenziata è quello di abbassare la quota di rifiuto indifferenziato che impatta tantissimo sulle finanze comunali. In più, una buona raccolta differenziata ha il merito di recuperare materie prime riutilizzabili e che, vendute, costituiscono una buona entrata per le casse dell’ente che potrebbe avviare in tal modo anche una riduzione della Tari, la tassa sui rifiuti.

Di fatto, il Bilancio consuntivo del 2021 evidenzia ottime performance per la Flegrea Lavoro Spa che chiude l’anno con 200mila euro in più rispetto all’anno precedente. L’utile netto certificato dallo strumento contabile si attesta sui 205 mila euro. A stare ai numeri approvati dall’Assemblea dei Soci, quindi, non solo il comparto si autosostiene ma riesce a spuntare una piccola ma dignitosa quota di utili che, si spera, in futuro possa essere spostata per alleggerire le imposte dei cittadini. 

Aggiungiamo noi: una raccolta differenziata che arrivi a questi livelli percentuali riduce sicuramente l’utilizzo di impianti impattanti dal punto di vista ecologico e sanitario come le discariche e gli inceneritori. Se è inverosimile, almeno nella fase attuale, una raccolta differenziata totale in grado di avviare tutti i rifiuti al riutilizzo ed al riciclo, questi esempi ci dicono che è possibile ridurre al minimo i rifiuti da interrare o bruciare e che c’è da aprire una nuova fase di divulgazione di queste pratiche e di riflessione sul ciclo di produzione industriale. La proposta della strategia “rifiuti zero” affianca da sempre alla raccolta differenziata spinta la reingegnerizzazione del comparto produttivo affinché, nel limite del possibile, ciò che non può essere riciclato non sia neanche prodotto.

Un’altra buona pratica di gestione dei rifiuti in una comunità del Sud che proponiamo come esempio agli altri amministratori, specialmente nella nostra Regione Calabria dove i valori di raccolta differenziata si attestano ancora a livelli risibili.

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