Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ci va giù pesante. In un attimo cade tutta la retorica dei cambiamenti climatici e della Green Economy. La guerra, ancora una volta, è usata dal capitale globale per ammantarsi di emergenza e continuare a perseguire i suoi scopi di massimizzazione dei profitti a danno dell’uomo e dell’ambiente. Il risparmio di 5,3 miliardi di metri cubi di gas fino a marzo 2023 avverrà, secondo il piano, grazie “alla massimizzazione delle 7 centrali a carbone e olio esistenti e al contenimento del riscaldamento invernale (un grado di temperatura in meno, taglio di un’ora dell’accensione giornaliera e periodo ridotto di 15 giorni)”. Questo riporta il Sole 24 Ore del 7 settembre.
Ovviamente nel mirino non sono i consumi industriali, che incidono pesantemente sul bilancio energetico nazionale, ma i consumi privati. Ci sono nobel della fisica che ci insegnano ad usare meno gas per cucinare la pasta. Influencer che ci spiegano come dimezzare il tempo della doccia. Aggeggi casalinghi che aumentano la pressione dell’acqua diminuendone il flusso. Insomma, se c’è crisi è colpa del consumatore! Tutto ciò nonostante i dati dicano il contrario. Scrivevamo a marzo in un articolo analitico sul consumo di energia in Italia: “Analizzando i consumi per comparto risulta che il consumo domestico è pari a circa il 24% del consumo totale. Dato utile quando la propaganda suggerisce che per tagliare i consumi energetici del paese è sufficiente ricordare agli utenti di chiudere le luci e i led rossi delle tv” (l’articolo è consultabile al seguente link: https://www.malanova.info/2022/03/11/produzione-energetica-quale-prospettiva/).
È proprio quello che temevamo che si accinge a fare il il ministro Cingolani attraverso il suo piano: “misure di contenimento del riscaldamento invernale tra abitazioni private, commercio e uffici, ma senza toccare ospedali e simili (abbassamento di un grado di temperatura, riduzione di 15 giorni per il periodo di accensione e di un’ora per quello giornaliero). A questi si potrebbero aggiungere ulteriori economie chiedendo un contributo anche alle imprese e stimolando «misure comportamentali a costo zero», la cui efficacia, in termini di minori consumi di gas (si stima un taglio di altri 2,9 miliardi di metri cubi), dipenderà da quanto la campagna di sensibilizzazione che il ministero si appresta a lanciare riuscirà a scalfire le abitudini degli italiani. Spingendoli a essere più accorti con elettrodomestici, acqua calda e termosifoni” (fonte: Sole 24 Ore).
Ci immaginiamo già queste vetture della polizia, dei carabinieri forestali e dei vigili urbani che vanno casa per casa per impedire abusi nei condomini. Immaginiamo che le stesse autovetture verranno alimentate a vapore acqueo, più economico e meno inquinante.
Nel frattempo, proprio oggi, è previsto lo studio della Commissione Europea sulla questione del mercato TTF di Amsterdam. Qualcuno ha finalmente compreso che gli aumenti energetici non sono dovuti a sovrapprezzi putiniani ma alle quotazioni di borsa europee che rappresentano il vero punto di riferimento per il gas naturale. Si è compreso, di fatto, che più che la guerra ad incidere sulle tasche dei consumatori è la speculazione finanziaria.
“La piattaforma dovrebbe essere sottoposta alla supervisione finanziaria dell’Esma, l’organismo di vigilanza sui mercati. Intanto, secondo uno studio di un centro di ricerca finlandese, nel primo semestre l’export di gas, petrolio e carbone verso l’Unione europea ha fruttato alla Russia entrate per 85 miliardi di euro contro i 113 miliardi dell’intero 2019” (fonte: Sole 24 Ore). Questi sono i dati, la retorica sulla funzionalità delle sanzioni europee alla Russia le lasciamo ai quattro saltimbanchi che occupano i media per questa ennesima tornata elettorale. Si vuole far passare come un attacco virile alla Russia lo stabilimento delle quote massime di vendita del gas naturale quando, al contrario, queste non rappresentano altro che un freno alla speculazione intra-europea.
In effetti uno dei paradossi dell’attuale contingenza economica è rappresentato dal fatto che mentre i prezzi dell’energia schizzano si decuplicano anche i profitti delle aziende del settore. Una delle azioni allo studio è proprio quella dell’uso degli extra-profitti delle aziende del settore energetico per calmierare le bollette. Questo meccanismo è sempre dovuto al fatto che mentre pagano lo stesso prezzo pre-guerra per l’importazione del gas e degli altri combustibili fossili, i prezzi sul mercato borsistico sono schizzati alle stelle nonostante i correttivi dovuti agli aiuti di Stato.
Il canovaccio è sempre uguale: responsabile della crisi è la speculazione finanziaria che colpisce le borse europee, in primo luogo il mercato TTF di Amsterdam. La soluzione indicata dai burocrati è la criminalizzazione della casalinga di Voghera che dovrà farsi qualche esame di coscienza prima di addormentarsi se avrà abusato del gas dei fornelli o fatto una doccia durata più del previsto.
La redazione di Malanova