RIDER X I DIRITTI: SCIOPERO NAZIONALE IL 26 MARZO

La rete “Rider x i diritti”, ieri in conferenza stampa, ha lanciato una giornata di sciopero nazionale per venerdì 26 marzo. Si chiedono diritti e tutele piene per tutti i riders che lavorano ancora oggi in situazioni di estrema precarietà e ricattabilità; ingredienti propri della ricetta dello sfruttamento più becero.

Durante la pandemia i fattorini sono stati definiti lavoratori indispensabili, fornendo un servizio importante sia per le piccole imprese che hanno resistito grazie alla consegna a domicilio e al servizio da asporto, sia per i cittadini fragili o che comunque non potevano recarsi direttamente nei supermercati.

Questo lavoro essenziale, però, continua a essere pagato a cottimo a 3€/h senza poter usufruire di giorni di malattia, di pausa o di ferie.

I riders si sono federati nella rete nazionale “Rider x i diritti”, nella quale sono confluiti lavoratori delle grandi metropoli, ma anche di piccoli centri sparsi per l’Italia, dando vita lo scorso 25 febbraio a una prima assemblea nazionale molto partecipata che ha individuato nel 26 marzo la data utile per una prima manifestazione pubblica.

Ogni gruppo scenderà nella piazza della propria città e per un giorno incrocerà le braccia e presenterà ai cittadini-fruitori del servizio le problematiche principali della propria condizione lavorativa. Ai “clienti”, e alle piccole aziende di ristorazione che si rivolgono al servizio offerto dalle piattaforme questi lavoratori chiedono solidarietà e un gesto concreto: sospendere per un giorno ogni ordinativo per mandare un messaggio forte. Un piccolo messaggio politico è già giunto dal Consiglio Comunale di Bologna che ha approvato un odg di sostegno alla mobilitazione che invita la cittadinanza al boicottaggio delle piattaforme per il 26 marzo.

I riders rigettano anche il contratto nazionale truffa siglato tempo fa da Assodelivery e UGL che mantiene inalterato il cottimo e le peggiori condizioni lavorative continuando a considerare i riders come lavoratori autonomi e non lavoratori dipendenti quali in realtà sono.

La rivendicazione è quella di seguire la via del contratto subordinato come sottolineato anche dall’inchiesta di Milano guidata dal procuratore Greco che evidenzia quanto sia forte la dipendenza dei lavoratori dall’algoritmo della piattaforma.

L’evento, nell’idea della rete, è aperto a tutte quelle tipologie di lavoratori particolarmente vessati da forme analoghe di sfruttamento (pensiamo allo sciopero di pochi giorni fa dei drivers di Amazon). Ma la chiamata si allarga, ad esempio a Bologna, alle sigle confederali, all’ARCI, ad Amnesty International, ai lavoratori della scuola e dello spettacolo. Di fatti lo slogan scelto per la giornata sarà: “non per noi ma per tutti”.

Proprio in questi giorni si è chiuso un tavolo di concertazione tra il Ministero del Lavoro, Assodelivery e i confederali per stabilire un protocollo contro il caporalato digitale che andrà a monitorare, con la costituzione di un preciso organismo, tale pratica illegale di sfruttamento, oltre che a verificare il comportamento delle aziende terze che cooperano con le multinazionali sul territorio.

Un primo passo secondo la rete “Rider x i diritti”, ma che dovrà sfociare in tavoli più ampi dove discutere la situazione dell’intero comparto. Per questo motivo il 26 ci sarà bisogno di una grande mobilitazione dei lavoratori e non solo.

dalla Redazione di Malanova

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