Da quasi una settimana, è sotto gli occhi di tutti ciò che sta succedendo in America. La barbara uccisione dell’afro-americano George Floyd è conseguenza di un sistema violento, generato da secoli di razzismo, che investe soprattutto le forze dell’ordine, quando queste perdono il loro ruolo originario di difensori del popolo per vestire invece quello di braccio armato del sistema.

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Ma l’America non è poi così lontana. Non vogliamo generalizzare, sarebbe un errore farlo in qualsiasi argomento. Vogliamo porre invece l’accento su come, molto spesso, capita di non voler vedere in faccia la realtà degli eventi.

George Floyd è stata soltanto la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo. È stato un caso talmente eclatante da innescare reazioni mondiali. Ma il sistema che ha ammazzato Floyd è lo stesso sistema che ha investito Stefano Cucchi, Federico Aldovrandi, Giuseppe Uva e tanti altri, in ogni angolo del mondo.

Questo è lo stesso sistema che vivono un pò tutte le lotte territoriali: una polizia costretta dai governi ad essere al servizio della speculazione, che spesso attribuisce a gente esaltata poteri più grandi delle loro piccole capacità cognitive. In tanti anni di lotta al gasdotto Tap, ad esempio, abbiamo visto teste aperte in due dai manganelli, nasi sanguinanti, soprusi e tragedie sfiorate, azioni di prepotenza da parte di forze dell’ordine messe a servizio di una multinazionale contro la popolazione. E purtroppo, quando si trova l’esaltato di turno, accadono violenze. Stigmatizzare certi atteggiamenti dovrebbe essere la normalità, e invece qualcuno continua ancora a giustificarli.

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Impariamo a non guardare più il dito che indica la luna: per giustificare una violenza di stato e per distogliere l’interesse dal vero problema, oggi l’opinione pubblica sta provando a far passare per “violento” chi sta manifestando. È la stessa metodologia che ha fatto puntare il dito per un muretto abbattuto o per una ringhiera divelta, quando invece l’invasore azero stava rubando il futuro.

Non dimentichiamo mai che, se non impariamo a combattere questo sistema, il prossimo “attacco epilettico”, “ipertensione arteriosa” o “arresto cardiaco” potrebbe colpire chiunque…

MOVIMENTO NO TAP

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