Needed and urgent, queste le parole rivendicate dal Premier Conte per festeggiare, a suo avviso, il passo in avanti fatto sulla questione del debito pubblico e le ripercussioni della pandemia sull’economia europea. C’è la necessità e l’urgenza di un fondo comune per superare la crisi. Poco importa che non è dato conoscere nulla dei contenuti e delle modalità operative di questo fondo. Sarà un ennesimo prestito dell’UE agli stati membri da rimborsare in comode rate, come prospettano i paesi del nord, oppure sarà un finaziamento a fondo perduto, come richiedono gli stati mediterranei? Non si sa, ci si dovrà lavorare ancora, ma intanto l’epidemia persiste, i blocchi anche e tanta parte della popolazione si trova in una situazione sempre più complicata.

Un primo punto certo è quello di una graduale revoca dei blocchi dovuti al corona virus per ritornare lentamente alla normalità. Il tutto da tempo è stato ribattezzato FASE2.

Questa infatti la dichiarazione del Presidente del Consiglio Europeo:

“A seguito della riunione dell’Eurogruppo in formato inclusivo del 9 aprile 2020, abbiamo approvato l’accordo sulle tre importanti reti di sicurezza per i lavoratori, le imprese e gli enti sovrani, con un pacchetto del valore di 540 miliardi di euro.

Abbiamo chiesto che il pacchetto sia operativo a partire dal 1° giugno 2020.

Abbiamo inoltre convenuto di lavorare per la creazione di un fondo per la ripresa, che è necessario e urgente. Il fondo dovrà essere di entità adeguata, mirato ai settori e alle aree geografiche dell’Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti”.

Siamo ad Aprile e passerà anche Maggio ma forse a Giugno qualcuno potrà tornare a mangiare se nel frattempo è riuscito a resistere!

La lontananza di questa Europa dalle esigenze reali della popolazione è abissale.

Dal canto suo la Presidente von der Leyen parla dell’impatto della crisi economica definita senza precedenti nei tempi moderni. La sua furia asimmetrica evidenzierebbe ancora di più i dislivelli macroeconomici già importanti nella fase pre-covid.

“Abbiamo discusso per  esempio sull’aiuto di Stato. Fino ad oggi, gli aiuti di Stato ammontano a quasi 1,8 trilioni di euro. Ma ci sono enormi differenze nella quantità di aiuti di Stato concessi dai nostri Stati membri e questo è anche legato allo spazio finanziario che hanno. Questa differenza avrà effetti enormi sulla parità di condizioni, a meno che non sia controbilanciato. Dobbiamo progettare una risposta comune, a prova di futuro, per garantire l’integrità e la coesione del mercato unico e la sua prosperità condivisa. La risposta che dovremo dare deve essere innanzitutto riparare il danno di crisi e quindi generare la ripresa, costruire la resilienza e guidare le nostre economie lungo il percorso delle transizioni verde e digitale in modo equo. Sono convinta che vi sia un solo strumento in grado di sostenere la portata di questi compiti che stanno alla base della ripresa e che sia il bilancio europeo, chiaramente collegato al Fondo di ripresa. ll prossimo QFP, il prossimo bilancio settennale, dovrà adeguarsi alle nuove circostanze, la crisi post corona.

Le nostre attuali stime delle esigenze ci portano a pensare che sarà richiesto un massimale delle risorse proprie di circa il 2% dell’RNL per due o tre anni anziché l’attuale 1,2%. Consentitemi di nominare quattro settori di cui sto parlando: maggiore sostegno finanziario agli investimenti e alle riforme negli Stati membri e alla coesione – è qui che andrà a finire la maggior parte degli investimenti; maggiori investimenti ovviamente nelle nostre attuali politiche: parliamo del Green Deal europeo, la transizione digitale e una maggiore autonomia strategica; una parte minore andrà a migliorare la resilienza dei nostri strumenti comuni di risposta alle crisi – ovvero gli insegnamenti tratti da questa crisi. L’investimento dovrebbe essere anticipato nei primi anni e, naturalmente, è necessario trovare il giusto equilibrio tra sovvenzioni e prestiti.

Quindi la Fase 2 parla di Green Deal europeo e digitalizzazione e solo minoritariamente di dispositivi per tamponare eventuali e già annunciate prossime crisi. Investire, investire, investire. La svolta è rappresentata dal capitalismo colorato di verde e l’economia delle piattaforme digitali.

Avanti tutta, fino alla prossima pandemia!

Malanova vostra!

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