LEGGE DI STABILITÀ: UN TIMIDO SEGNALE PER LO STOP AI PRIVATI NELLA GESTIONE DELL’ACQUA DEL SUD

Ora basta rinvii, si approvi subito la legge per l’#acquapubblica

Apprendiamo con favore che nella Legge di Stabilità 2020 sia stata approvata una norma che punta a evitare l’ingresso dei privati nella costituenda società di capitali derivante dalla trasformazione dell’EIPLI, l’ente che gestisce alcune grandi opere idrauliche tra Puglia, Campania e Basilicata.

L’obiettivo di tale norma sarebbe quello di scongiurare il nefasto epilogo auspicato da chi persevera nel voler privatizzare l’acqua avendo individuato nel sud Italia la nuova frontiera da sottomettere all’egida del mercato e alla logica del profitto.

Ciò è anche il frutto della mobilitazione messa in campo dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ma, se da una parte porre un freno all’espansione dei privati è sempre un fatto positivo, non possiamo non evidenziare come si tratti di una norma che prova a ridurre il danno di una privatizzazione portata avanti con il Decreto Crescita fortemente voluto dal passato Governo. Ulteriori pericoli, poi, rischiano di arrivare con la definizione dello statuto di questa nuova società, la cui bozza circolata nei mesi scorsi, purtroppo, li renderebbe una drammatica realtà.

Quanto inserito nella Legge di Stabilità non interviene minimamente in merito prestando così il fianco a coloro che continuano a lavorare nell’ombra per giungere alla definitiva privatizzazione.

Per queste ragioni rimane tutt’ora valida la denuncia diffusa nei mesi scorsi, ossia che una società di capitali, qualsiasi sia la sua compagine sociale, opera sotto l’egida del mercato e le regole della concorrenza ponendosi inevitabilmente l’obiettivo della massimizzazione del profitto.

Da questo punto di vista ci teniamo a evidenziare come la storia della privatizzazione in Italia insegni che l’inserimento di una clausola tramite cui provare a blindare la partecipazione pubblica imponendo il divieto di cessione a privati delle quote azionarie, rischia di rivelarsi solo un fragile argine, puntualmente travolto nel medio lungo periodo, soprattutto se non si costruisce, pur avendone le condizioni, un quadro normativo nazionale che porti ad una reale gestione pubblica e partecipativa dell’acqua.

Ci teniamo anche a stigmatizzare l’insopportabile propaganda trionfalistica di alcuni esponenti della maggioranza tramite cui si spaccia come un passo avanti un mezzo passo indietro. 
D’altra parte assistiamo quotidianamente al procedere di processi di privatizzazione, alcuni in maniera occulta e altri più esplicita, per cui un reale e concreto passo avanti sarebbe approvare norme, a partire dalla legge per l’acqua pubblica, che impediscano a questo sistema di gestione privatistico di continuare la propria espansione e produrre danni incalcolabili ai cittadini e all’ambiente.

Pertanto ribadiamo la nostra richiesta: si approvi uno statuto che limiti il campo di operatività della neo società ai soli impianti del soppresso EIPLI e che preveda, inoltre, in tempi brevi il trasferimento degli stessi agli enti di diritto pubblico che gestiranno l’acqua dopo l’approvazione della legge sull’acqua pubblica.

Basta tatticismi, mezze verità, continui ritardi e bugie, il Parlamento si assuma le proprie responsabilità e proceda celermente alla discussione della nostra proposta di legge fino all’approvazione senza stravolgimenti, proprio nel rispetto della volontà popolare chiaramente espressa dalla maggioranza assoluta del popolo italiano con i referendum del 2011, perché ancora una volta si scrive acqua ma si legge democrazia.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

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