“Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse. Noi non ci rivolgiamo alla loro umanità, ma al loro egoismo” (Adam Smith, La Ricchezza delle Nazioni)

Questo principio e questa visione individualistica della società ci hanno condotto alle derive odierne rappresentate dall’industrializzazione dell’agricoltura sviluppatasi sul principio della massimizzazione del profitto, incurante delle conseguenze ambientali, umane e sociali. La “Rivoluzione Verde” ha prodotto una frattura enorme tra contadini ed ambiente. Spruzzare sui terreni e sulle piante, attraverso macchine appositamente studiate, tonnellate di diserbanti, pesticidi e fertilizzanti chimici ha permesso sicuramente a tanti contadini e contadine di non ripetere alcune delle azioni più pesanti dell’agricoltura tradizionale come quelle di estirpare le erbe infestanti, produrre, far maturare e spandere il letame e stare attenti alle infestazioni di parassiti. Questi elementi chimici derivati dal petrolio, però, hanno presto mostrato la loro faccia oscura attraverso tanti studi che dimostrano come il loro utilizzo sia deleterio per le falde acquifere, la salute dei terreni e dei lavoratori oltre a quella dei consumatori. Le pratiche agronomiche industriali hanno prodotto l’avvelenamento e l’estremo sfruttamento dei terreni interessati che, spesso dedicati alla monocultura, non prevedevano neanche accorgimenti minimi come la rotazione ed il riposo ciclico, conducendo alla desertificazioni di ampi pezzi di campagna. Sono ormai appurati anche i legami tra le tante malattie e le allergie sempre più aggressive con i cibi sempre più sofisticati e trattati.

Per questo i gruppi di acquisto solidale tentano un altro approccio produttivo che fa della cooperazione, della fiducia e della cura dell’interesse collettivo i principi cardine di un’agricoltura sostenibile ambientalmente e socialmente. Al contrario di Adam Smith è proprio dalla benevolenza, dalla correttezza e dalla fiducia che si instaura tra produttore e gasista che noi ci aspettiamo il nostro pranzo, costruendo pratiche che abbiano a cuore nello stesso tempo il reddito, la tutela del territorio e della salute e la giustizia sociale. Non perseguiamo la massimizzazione del profitto e neanche l’abbattimento dei prezzi. Cerchiamo invece di produrre del cibo naturale ad un prezzo equo che tenga conto della retribuzione dei contadini e della tutela ambientale. Attraverso il meccanismo dei Gruppi di Acquisto Solidale riusciamo ad ottenere prodotti di alta qualità a prezzi popolari, certamente inferiori a quelli delle catene del biologico oggi tanto di moda. In più, noi, conosciamo la storia del cibo, conosciamo i contadini e le contadine che lo producono, conosciamo il territorio di provenienza, conosciamo le metodologie agro-ecologiche adottate. Potete dire lo stesso delle merci che ingurgitate dopo averle prelevate da un anonimo scaffale di un luccicante ipermercato?

Il cambiamento dello stato di cose presente passa dalle nostre scelte quotidiane. Partecipa ai nostri Gruppi di Acquisto Solidale a Cosenza (Sabato, ex Officine Fdc – Via Popilia, 39), all’UNICAL (Martedì, Piazza Vermicelli, Università della Calabria, Arcavacata di Rende), in Sila (Sabato, Piazza Concordia Repubblicana, Spezzano Piccolo).

Non troverai un meccanismo perfetto e oliato ma un gruppo di persone che lottano insieme per la sperimentazione di un altro sistema!!!

www.utopiesorridenti.com

 

GAS: Visita Contadina from Malanova info on Vimeo.

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