Il candidato

C’è una nuova figura professionale in Calabria. Quello del candidato. Immagino il giovane rampollo che a tavola in famiglia comunica la sua scelta: “Mamma mi candido”. E immagino la risposta della mamma , sempre previdente e preveggente: “Ma chi ti vota ?”. E lui alla Moretti che risponde: “mamma, ho qualche amico, prendo voti un po’ qui, un po’ lì”. Sono un esercito oramai i candidati. Una professione certa che esce ogni quattro cinque anni. Solo a Cosenza i candidati sono 1200 su una popolazione di votanti di circa 45 mila su 60 mila aventi diritto. Su per giù 1 candidato ogni 375 votanti. In tutta la Calabria i comuni al voto sono 89, calcolando al più e al meno diciamo altri migliaia di candidati, per una poltrona di sindaco, di assessore o anche di semplice consigliere comunale. Ma davvero queste migliaia di candidati pensano di potercela fare? A parte i soliti pezzi grossi che hanno già nelle loro mani pacchetti di voti?  Il candidato tipo come pensa di poter raccattare più di dieci voti, oltre quelli della moglie, o della fidanzata , della mamma, del padre, di due cugini? Chi potrebbe votarlo? E perché dovrebbero votarlo? Per un ipotetico programma? Per le sue capacità mai viste in campo politico? Dopo averlo ascoltato parlare? “ Ma se non sai mettere due parole una dietro l’altra” gli dice il padre che lo conosce bene cercando di sconsigliarlo. Niente da fare. Oramai i motori sono riscaldati. Il candidato si sente pronto, ne ha già parlato in pizzeria con quattro amici fidati, in discoteca con la fidanzata, per strada con un conoscente che non vedeva da anni : “ Sai che mi candido?”. E il conoscente per toglierselo dai piedi “ il mio voto è sicuro”. Le liste sono già pronte, i nomi delle liste bellissimi: bene comune, uniti per, insieme per, l’arcobaleno, il paese nel cuore, il paese per tutti, per cambiare, uniti si vince, continua a crescere, il paese che vogliamo. Così i simboli che vanno dalla bandiera tricolore, al nastro azzurro, alla barca sul mare, al gallo che canta, alla sveglia che suona, al campanile. Naturalmente completamente spariti i simboli storici, la falce e martello , la croce democristiana, il fascio littorio, la fiamma . Le ideologie sono superate dicono un po’ tutti sperando così di apparire ecumenici. I pochi comizi che si faranno già ne conosciamo i contenuti o meglio ben sappiamo di cose non parleranno. Non parleranno di mafiosi e ‘ndranghetisti, non parleranno di veleni tossici sotterrati nei loro comuni, non parleranno dei problemi veri della gente questo è sicuro, mentre sappiamo che prometteranno per tutti un mondo migliore quasi paradisiaco dove tutti staranno bene, si vorranno bene, si ameranno, si aiuteranno uno con l’altro. Tanto lo sanno che questo è nell’aldilà!

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