Allo scadere dei 13 giorni previsti dal Prefetto per la bonifica dell’ex Polveriera di Ciccarello,  i lavori non sono ancora ultimati.  Nessuna delle 15 famiglie ancora residenti nella baraccopoli ha ricevuto  l’assegnazione di un alloggio, come era stato previsto.

Una situazione facilmente prevedibile, considerato che si era annunciato di fare in 13 giorni ciò che il Comune non è riuscito a realizzare in 13 mesi. Ma l’aspetto più grave riguarda lo stallo del programma di equa dislocazione abitativa  nei 13 giorni.

C’è poco da stupirsi in quanto è evidente che il settore Edilizia Residenziale e Beni confiscati del Comune versa nel più totale abbandono.

L’associazione Un Mondo di Mondi, con una pec del 6 novembre 2019, ha informato il Prefetto dell’interruzione del progetto dell’Ex Polveriera dal mese di settembre 2018 e ha per tali motivi richiesto un intervento ed un incontro.

Fino ad oggi dalla Prefettura non è arrivata alcuna risposta.

Intanto, le 15 famiglie, che già  con l’avvio del progetto speravano di uscire dalla baraccopoli dopo decenni di stenti, continuano a rimanere nelle baracche in condizioni disumane.

L’alibi sostenuto dal Comune è quello dei rifiuti degli alloggi proposti da parte di qualche famiglia. Eppure  l’equa dislocazione abitativa delle altre 17 famiglie della baraccopoli è stata  effettuata nel 2018 dal Comune in collaborazione con le associazioni, affrontando e superando costantemente dei rifiuti. Nella fase  operativa del progetto, i rifiuti degli alloggi non hanno costituito un ostacolo. Ma da quando il progetto è stato fermato, sciogliendo il gruppo di lavoro precedentemente impegnato, i rifiuti sono serviti  al Comune per nascondere la propria volontà di non concludere l’operazione.

Forse è vero quanto si vocifera tra qualche consigliere comunale: in campagna elettorale assegnare alloggi alle famiglie dell’ex Polveriera fa perdere voti.  

Per quanto riguarda d’altra parte la bonifica, auspichiamo che la ditta incaricata dal Comune,  Ecopiana, avendo ricevuto il nulla osta da parte dello S.p.i.s.a.l. (Servizio prevenzione  igiene e sicurezza in ambienti di lavoro)   dell’Asp sul piano di lavoro presentato, abbia attuato tutte le prescrizioni previste  dal Testo Unico sulla sicurezza. (D.Lgs. 09 aprile 2008 n. 81 art 91 -Titolo IX, Capo III – Protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto, articoli da 246 a 265). Pertanto,  durante i lavori di rimozione dell’amianto, la ditta avrebbe dovuto monitorare la presenza di particelle volatili di amianto  nell’area e, secondo le  misurazioni, si sarebbero dovute prendere le misure di sicurezza necessarie e  per la salute dei collaboratori della ditta e per  gli abitanti che si trovano in prossimità della discarica.

Purtroppo non si può averne certezza, visto che l’ufficio Spisal dell’Asp non ci ha consentito l’accesso al piano di lavoro di Ecopiana ed all’ autorizzazione concessa.

Sottolineamo ancora la gravità di quanto sta accadendo , anche per la salute e l’incolumità degli interessati e di tutta la cittadinanza . Auspichiamo che l’operazione riprenda e si concluda con l’assegnazione degli alloggi alle 15 famiglie  con la dovuta tempestività;  evitando che  ritardi burocratici ,già colpevoli, diventino ulteriori alibi per rinviare ancora la soluzione di un problema già gravissimo.

Reggio CalabriaOsservatorio sul Disagio Abitativo

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