Nel 2016, con una delibera di consiglio comunale, si scelse di destinare ad altre opere il finanziamento di 11 milioni di euro del Decreto Reggio prima finalizzato all’edilizia residenziale pubblica. Una scelta effettuata senza alcuna considerazione per le centinaia di famiglie vincitrici del bando 2005 e in emergenza abitativa, tuttora in attesa dell’assegnazione di un alloggio.
Lo scorso 18 febbraio, l’Osservatorio sul disagio abitativo ha presentato al Comune una petizione popolare, firmata da oltre cinquecento cittadine e cittadini, con la quale si è chiesto il ripristino del finanziamento di 11 milioni di euro per l’acquisto di nuovi alloggi popolari, da assegnare alle famiglie aventi diritto. Alloggi reperibili nel volume complessivo di immobili vuoti, abbandonati o in disuso, dei quali la cittá abbonda in ogni quartiere.
L’11 luglio scorso, dopo cinque mesi dalla presentazione della petizione, la Giunta Comunale, con delibera nr 145, ha risposto positivamente alla Petizione popolare, definendo il percorso da seguire per il ripristino dei fondi e quindi per la rimodulazione del Decreto Reggio.
Da quella data tutto tace.
Tuttora non si è conoscenza della data in cui il Consiglio Comunale dovrà ratificare la decisione della Giunta. Indefiniti quindi anche i tempi delle azioni successive. Con il finanziamento del “Decreto Reggio” potrebbero essere assegnati alloggi a circa 150 famiglie. Non è poco, se si considera che in cinque anni l’Amministrazione ha assegnato un alloggio ad appena 35 famiglie circa: alle prime otto famiglie nella graduatoria del bando comunale 2005 e a circa ventisette famiglie in emergenza abitativa ( art 31 Lr 32/1996). Per correggere il grave errore commesso con lo storno del finanziamento del 2016 non è sufficiente la delibera di Giunta.
È necessario attivare con tempi definiti e certi il percorso di rimodulazione del Decreto Reggio e quello di acquisto e assegnazione degli alloggi popolari.
È pure necessario che il percorso venga effettuato dal Comune, come richiesto dalla Petizione popolare, ossia come politica degli alloggi erp, destinata alle fasce economicamente e socialmente più deboli della popolazione. Non sarebbe invece corretto integrare la misura dell’housing sociale, per due motivi in particolare. Prima di tutto perché l’housing sociale è destinato a fasce di popolazione con reddito più alto rispetto a quello di riferimento degli alloggi popolari, ma anche perché il Comune vi ha già destinato ingenti risorse progettuali e beni confiscati.
Partire dagli ultimi non deve essere solo uno slogan ma deve diventare un fatto concreto della politica.
Le associazioni ed i movimenti, riuniti nell’Osservatorio sul disagio abitativo, il 30 luglio scorso hanno richiesto via pec al presidente del Consiglio Comunale un’audizione in Conferenza dei capigruppo consiliari, per sollecitare l’inserimento, nel prossimo incontro del Consiglio Comunale, della ratifica della delibera di Giunta. Fino ad oggi l’Osservatorio sul disagio abitativo non ha ricevuto alcuna risposta. Mentre tutto è fermo, il problema della casa continua a premere come un macigno sulla vita delle famiglie a basso reddito e si allarga a macchia di olio a tutte le persone che ogni giorno perdono la possibilità di lavorare per vivere in modo dignitoso.
Reggio Calabria, 8 settembre 2019
Osservatorio sul disagio abitativo
Un Mondo Di Mondi – Giacomo Marino- Cristina Delfino
CSOA Angelina Cartella
Società dei Territorialisti/e Onlus
Centro Sociale Nuvola Rossa
Comitato Solidarietà Migranti
Reggio Non Tace
Collettiva AutonoMia