DIETRO FRONT COMPAGNI. USB E’ UN COVO DI VENDUTI

Affinità-divergenze fra i compagni di Iacchitè e noi – Del conseguimento della maggiore età

In questi giorni sta imperversando sul web la notizia bomba del concorso truccato a ferrovie della Calabria. Una notizia che fa emergere il marcio dilagante nella gestione della prima azienda di trasporto pubblico regionale.  Una notizia sconvolgente che evidenzia come il lavoro nella nostra terra sia fonte di ricatto (al pari del diritto alla casa e agli altri diritti elementari spettanti a qualsiasi cittadino), attraverso il quale le oligarchie politiche, imprenditoriali, massoniche, criminali della nostra terra ingrassano i loro profitti ed esercitano il loro potere. Una modalità clientelare di gestione della cosa pubblica messa in piedi da una  classe dirigenziale parassitaria, che sulla disperazione,  la misera e la povertà delle masse popolari accresce il proprio status di classe dominante. La sanità , l’istruzione, i trasporti, e ogni altro settore pubblico dove è possibile ricavarne guadagno sono cosa loro. La gestione clientelare della cosa pubblica è la giustificazione che i promotori dell’ordo-liberismo europeista usano per smantellare i settori pubblici e consegnarli alla privatizzazione selvaggia. Cambiare tutto per cambiare in peggio.

L’USB è stata protagonista neanche 10 giorni fa di una grande manifestazione nazionale con la parola d’ordine della nazionalizzazione dei settori strategici per la vita sociale culturale ed economica del nostro paese. Un concetto di gestione pubblica intesa non come fonte di arricchimento per la casta ma come controllo popolare per il bene comune.

L’unione sindacale di base ha scelto da quale lato della barricata attestarsi, dalla parte degli sfruttati, dei poveri, dei precari, degli ultimi. Noi non mangiamo gomito a gomito con Oliverio, Gentile, Bruno Bossio, e Adamo o con gli uomini che scalano le posizioni di vertice nei  sindacati gialli facendosi  chiamare compagni e tradendo le istanze dei lavoratori per fare gli interessi di chi li paga più cari. Noi avanziamo ed indietreggiamo assieme al “rovinato” dei quartieri popolari delle nostre città, al migrante che non ha dove dormire, al disoccupato, al precario della logistica e della grande distribuzione, al “cafone” dei campi, allo sfruttato della sanità pubblica e privata, allo studente che per pagarsi la retta sgobba nei call center. Noi riconosciamo nel moderno proletariato metropolitano la nostra classe di riferimento e questo riconosce in noi (e noi lavoriamo per incrementare questo riconoscimento) una sua articolazione su cui poter fare affidamento.

Fin qui nessuna novità.  Quello che fa specie invece è scoprire che per alcune persone che reputavamo a noi vicine non vi sia nei nostri confronti questo riconoscimento. Non che questo possa interessarci più di tanto e non ci faccia dormire la notte. Ma scoprire che secondo, i COMPAGNI di Iacchitè, l’USB sarebbe in grado di condizionare i concorsi e sarebbe un sindacato “veduto agli interessi dei padroni” come i cosiddetti sindacati gialli, è una cosa che fa specie.

Nell’articolo sulla prova selettiva per Operatore di esercizio di Ferrovie della Calabria pubblicato il 3 novembre 2018 dal titolo: “CALABRIA CORROTTA, ECCO COME HANNO TRUCCATO IL CONCORSO PER 50 AUTISTI ALLE FERROVIE” (http://www.iacchite.com/calabria-corrotta-ecco-come-hanno-truccato-il-concorso-per-50-autisti-alle-ferrovie),  viene riportata la lettera di un anonimo cittadino che nell’elencare i nomi dei presunti  fautori dei brogli concorsuali cita di riflesso l’Unione Sindacale di Base.

In questa lettera infatti viene riportato tra gli altri,  il nome di Mario Pescatore dipinto come il deus ex machina dell’USB, e uno dei fautori di questa mega truffa orchestrata per agevolare il figlio.

Su questo punto,  USB ha già chiarito nei giorni scorsi la sua posizione, con una nota pubblicata sulla pagina fb della confederazione provinciale del sindacato https://www.facebook.com/139701086655917/posts/279642849328406/), chiarendo come eventuali violazioni di legge starà eventualmente alla magistratura accertarle e come Mario Pescatore ha rassegnato le dimissioni dal sindacato da quasi un anno, esattamente dai principi di Gennaio del 2018.

A  me invece per un dovere politico preme sottolineare come in merito alle dimissioni di Mario, non vi sia stato nessun calcio in culo ad alcun compagno, come iacchite scrive. Nessuna divergenza di linea o azione. Nessuna epurazione di natura disciplinare. Mario ha abbondonato il sindacato per motivazioni di carattere personale che non sta a me dover spiegare o indagare.

Appare dunque palesemente pretestuoso qualsiasi  coinvolgimento del sindacato in qualsivoglia illegalità come l’anonimo scrittore insinua.

Se poi le dimissioni dal sindacato siano coincise con un rovesciamento totale della sua moralità o personalità è sempre una dimensione che non sta a me analizzare. Nella mia breve (purtroppo) militanza al suo fianco io ho avuto modo di entrare in contatto con un compagno (a mio avviso) onesto e affidabile che mi ha insegnato molto e che ha difeso me ed i miei colleghi nella vertenza  della mia azienda.

Non penso di essere uno sprovveduto come forse qualcuno potrebbe pensare. La mia formazione e filosofia politiche mi portano a vedere sempre il bene ed il meglio delle altre persone. Così come non penso di star militando in un’organizzazione corrotta e cucita in funzione dei presunti intrallazzi del Pescatore, come Iacchitè ha dato intendere.

Ma per dirla alla Lenin, ognuno è libero di scegliere se andare o no verso il pantano, liberi di combattere contro il pantano, ma anche contro coloro che si incamminano verso di esso.

L’8 novembre un nuovo articolo di iacchite sempre in merito a questo concorso in ferrovie, richiama nuovamente in ballo l’Unione Sindacale di Base. (http://www.iacchite.com/ferrovie-della-calabria-limbarazzante-silenzio-dei-sindacati-venduti-al-potere-di-lofeudo/?fbclid=IwAR1IHgkPyyVCy2UK5MvRaFxN94eyfLP5yYEW08jCj7KkqAAcJ7__9IRbiHs). Saremo forse diventati un loro nemico? Prima quasi manco ci cacavano quando mandavamo comunicati da pubblicare e ora tutta sta notorietà!

In questo articolo viene denunciato il totale silenzio dei sindacati rispetto alla vicenda del concorso ferrovie della Calabria che ormai tiene banco da più di una settima sulle pagine del loro giornale e vengono fatti i nomi di alcuni personaggi che all’interno della triplice hanno fatto il bello ed il cattivo tempo montando una sorta di “parentopoli all’interno delle vecchie Calabro-Lucane”. L’articolo termina con uno slogan che non ha niente da invidiare alle più becere retoriche Feltriniane e Travagliane: “ anche i sindacati autonomi non si scostano di una virgola dal canovaccio dei confederali: tutti venduti appassionatamente”.

 Anche su questo secondo articolo USB ha prodotto una sua presa di posizione ufficiale, per chi fosse interessato a leggerla: https://www.facebook.com/139701086655917/posts/281385532487471/

Ma veramente Iacchité pensa che USB abbia la forza di condizionare un concorso? Il potere di decidere chi può e chi non può?

Quale vertenza avremmo mai venduto? Quale beneficio  tratto dal rinnegare le istanze del mondo del lavoro? I nostri compagni sotto processo per le lotte sui posti di lavoro, contro lo sfruttamento e il caporalato, per il diritto alla casa, per la difesa del territorio, se proprio sono tutti “na massa di tinti” non avrebbero dovuto ottenere qualche sorta di beneficio dalla magistratura anzichè pagare il frutto della loro militanza con misure restrittive e denunce?

E perché se siamo cosi potenti uccidono le nostre avanguardie sindacali nelle lotte della logistica e del bracciantato?

Le parole hanno un peso e devono essere ponderate.

Vendere  nel nostro linguaggio rimanda a delle accezioni che come comunisti abbiamo sempre ripudiato. Vendere significa tradire. Il traditore è un infame,  un pentito, l’antitesi rispetto a chi, come comunisti abbiamo deciso di essere. L’antitesi rispetto a chi ha deciso di fare della coerenza e della fedeltà all’azione e all’ideale il proprio principio di vita.

Stamattina quindi ci siamo scoperti infami, venduti, prezzolati, come USB  insieme anche alle altre organizzazioni del sindacalismo di base,  perché qualcuno l’ha scritto su iacchitè.

Con quale faccia quindi potremo presentarci di fronte ai nostri colleghi di lavoro che su di noi riserva speranze per veder migliorate anche le sue condizioni di lavoro?

Come potremo mai cercare di organizzare la difesa della nostra classe per un avanzamento delle sue condizioni materiali d’esistenza se la nostra indole è “appattarci” col padrone?

Cosa potremo raccontare ad Hamid, Karim, a Sergio all’interno delle case occupate se poi secondo qualcuno andremo a venderceli alla questura?

In questa grigia fase storica attraversata da un vento forcaiolo e populista che ha portato alla ribalta organizzazioni politiche apertamente reazionarie e interclassiste, che a parole giocano sulla disperazione e sul malcontento montante tra i settori popolari ma nei fatti restano piegate ai diktat dei potentati padronali e finanziari nazionali ed internazionali, fa molto figo lanciare indiscriminatamente i propri sproloqui su facebook (mi riferisco al bimbo minchia che non ha avuto il coraggio di firmare la sua lettera!!!), fa audience scagliare le proprie solfe su internet col dichiarato intento di infangare e screditare l’immagine di un’organizzazione sindacale come USB e dei suoi compagni dipingendola come corrotta e traditrice delle istanze dei lavoratori.

Quando 100 anni fa qualcuno lanciò i suoi anatemi contro le organizzazioni del mondo del lavoro, accusate di essere contro gli interessi della nazione, fu fascismo.  La storia insegna che chi tradisce le istanze della classe che vive di lavoro e non lavoro, presto o tardi sarà da questa adeguatamente ricompensata.

La verità è rivoluzionaria

E per concludere una sempre attuale citazione di Lenin, MA NON PRENDETELA PROPRIO LETTERALMENTE NE TROPPO SUL SERIO, DOPOTUTTO NOI SIAMO POCA COSA RISPETTO ALLA GRANDEZZA DELLA RIVOLUZIONE RUSSA  (…) Oh, sí, signori, voi siete liberi non soltanto di invitarci, ma di andare voi stessi dove volete, anche nel pantano; del resto pensiamo che il vostro posto è proprio nel pantano e siamo pronti a darvi il nostro aiuto per trasportarvi i vostri penati. Ma lasciate la nostra mano, non aggrappatevi a noi e non insozzate la nostra grande parola della libertà, perché anche noi siamo “liberi” di andare dove vogliamo, liberi di combattere non solo contro il pantano, ma anche contro coloro che si incamminano verso di esso”.

R.L. USB CONFEDERAZIONE PROVINCIALE DI COSENZA

 

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