Legnochimica: bonifica subito!

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Lo abbiamo sempre detto, non sarà un giudice che metterà fine allo scempio ambientale attuato dall’ex Legnochimica. Anzi, storicamente, le indagini giudiziarie altro non hanno fatto che rallentare o addirittura bloccare l’iter burocratico e soprattutto la decisione politica. Il Sindaco Manna è stato prosciolto dalle accuse e nella storia rimane un grosso buco nero al posto delle vere responsabilità che per noi stanno in capo al privato, al gruppo guidato dalla famiglia Battaglia che ancora opera nella zona industriale di Rende ed alle istituzioni che hanno omesso qualsiasi controllo perché la Legnochimica dava stipendi a molti rendesi che, al momento giusto, da operai si trasformavano in elettori. Infatti lo scandalo scoppiò solo dopo la chiusura dello stabilimento. Il gruppo industriale che oggi si chiama Silvateam, come apprendiamo dal sito istituzionale, opera “in Italia, Sud America e Cina con numerose sedi commerciali attive nei cinque continenti. Un’organizzazione che le consente di offrire prodotti ad oltre 10.000 Clienti sparsi in oltre 60 Paesi nel mondo”. Un gruppo solido tanto che nel 2016, in un articolo apparso sulla stampa nazionale, si festeggiava il fatturato record di 144 milioni di euro e, secondo le previsioni dell’amministratore delegato Alessandro Battaglia, alla “luce dei risultati del primo semestre 2016 questo dato è destinato a crescere ancora”. E’ questo il privato che è fallito lasciando in eredità alla comunità rendese delle vasche “chimiche” che hanno inquinato le falde acquifere della zona industriale di Rende senza parlare degli sversamenti abusivi fatti nel tempo nel fiume Crati? Possibile che questa holding multinazionale non riesca a reperire i fondi necessari alla bonifica del sito? Possibile che nessuna norma li obblighi in tal senso? Possibile che nessuna istituzione abbia vigilato e obbligato l’azienda a risarcire il danno? Certamente almeno la norma morale dovrebbe spingere il gruppo Battaglia ad intervenire per porre fine alle sofferenze, alle malattie ed alle morti causate nell’area a causa di una gestione scellerata.

Chiediamo al primo cittadino di Rende, una volta finito il giro di congratulazioni e felicitazioni, di riprendere in mano con vigore la questione della Bonifica perché le vasche sono ancora lì, l’estate con le sue temperature torride è alle porte e neanche la promessa della messa in sicurezza è andata ancora in porto dopo quasi un anno dalla visita fatta sul sito dal Prefetto, dal capo della Protezione Civile e dal Presidente della Regione. Mancava solo il Papa!

Dobbiamo aspettare un nuovo incendio? Dobbiamo riattivare lo stato d’emergenza e richiamare i Canadair?

Adesso è il momento di agire. Che si sblocchino immediatamente i fondi promessi qualche mese fa dalla Regione Calabria, che si metta mano alla messa in sicurezza, che si riattivi l’iter che porti celermente alla Bonifica. Su questa storia non possono esserci divisioni: partiti di maggioranza e d’opposizione, associazioni, movimenti e singoli cittadini, tutta la comunità rendese deve farsi carico di questa problematica e farsi sentire fortemente da chi dovrebbe vigilare sulla sua incolumità ma non l’ha fatto a suo tempo, permettendo al privato di attuare ogni nefandezza sul territorio, e ancora latita a tutt’oggi. Basta scaricabarili!

Invitiamo tutte le associazioni, i movimenti e le singolarità territoriali ad organizzare insieme, senza bandiere, spillette o primogeniture, un’assemblea cittadina aperta proprio presso le vasche, per intraprendere nuove azioni al fine di raggiungere, almeno, la messa in sicurezza dell’area e riattivare l’attenzione istituzionale sulla problematica…bonifica subito!

Coordinamento Territoriale #DecidiamoNoi

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