I risvolti xenofobi e repressivi contenuti nel decreto Minniti-Orlando non sono tardati a manifestarsi anche nel nostro territorio. A pochi giorni di stanza dai pogrom anti migranti della stazione centrale di Milano, il suicidio sempre a Milano per impiccagione di un migrante per un permesso di soggiorno mai arrivato, la morte a Roma di Magatte dopo un inseguimento da parte della squadraccia di Di Maggio (l’Unità Operativa Sicurezza Pubblica ed Emergenziale tristemente nota nella capitale per i pestaggi e le violenze commesse contro le famiglie colpite da sfratti e i lavoratori ambulanti), anche Cosenza ha dovuto conoscere gli infami effetti del nuovo decreto. Non che prima la situazione fosse tutta rose e fiori. Chi vive le strade della nostra città avrà certamente assistito alle violenze e ai soprusi, che il vigile podestà Tavernise compie impunemente su migranti e ambulanti. Il succitato decreto per il decoro e la sicurezza urbana consegna ora ai tanti Tavernise di turno carta bianca nel perpetuare impunemente abusi e violenze.
Sabato scorso reparti di polizia hanno compiuto dei rastrellamenti nell’occupazione di Via Savoia, occupata dal comitato prendocasa il 20 novembre scorso. Motivati dapprima per droga e prostituzione, in un secondo tempo come rappresaglia per lo striscione attaccato contro il ministro minniti, accusato dal prendocasa di essere il responsabile politico dell’omicidio di Magatte, i rastrellamenti di sabato sono in realtà un chiaro preludio di sgombero di un palazzo che tanti appetiti suscita a governanti e istituzioni di questa città.

Lo stabile di proprietà dell’ente gestore delle case popolari da anni lasciato preda di saccheggi, incuria ed abbandono, rivitalizzato dal novembre scorso da 50 senza casa organizzati nel comitato prendocasa, è oggetto di diverse attenzioni da parte di vari attori istituzionali che per appagare i propri interessi sarebbero disposti a rispedire in mezzo ad una strada uomini donne e bambini. Ai nostri governanti le condizioni di vita dei propri cittadini interessano ben poco. Il riscatto delle persone dalla miseria e dalla povertà gioverebbe poco alla casta, che al contrario nel mantenerle soggiogate ne trarrebbe solo beneficio moltiplicando i propri bacini di clientele e scambio. A maggior ragione trattandosi in larga prevalenza di migranti, gente che non garantirebbe neanche il voto funzionale a mantenere il loro status di padroni, quanto potrebbero sbattersene i vari Gentile, Adamo, Bruno Bossio, Oliverio, Occhiuto della condizione di miserabili senza casa, disoccupati, precari e migranti? Questa gente è buona fintanto che sia sottomettibile, ricattabile, assoggettabile. Quando invece prende coscienza della propria forza, e scatena la propria rabbia riappropriandosi di quanto gli è stato negato e sottratto, diventa un corpo infetto da reprimere e debellare prima che il germe della rivolta possa contaminare le masse popolari che come loro vivono le stessa condizione di ricatto e subalternità. I migranti ed i rifugiati poi, quale diritto dovrebbero mai rivendicare? Dovrebbero baciare a terra per la fortuna che si ritrovano nell’essere medicalizzati e sanitarizzati nei tanti centri e cooperative degli amici degli amici se non vogliono essere rispediti a calci in culo nelle capanne dei loro paesi. E pazienza che la fuga di queste masse di disperati sia la diretta conseguenza delle devastazioni causate dagli interessi imperialistici occidentali. Lo smartphone, il wifi, il benessere, la civiltà capitalistica che tanto attira questa gente passa anche per sacrifici che le potenze occidentali stanno facendo attraverso le loro bombe intelligenti nell’operazione salvifica di esportazione della democrazia!!!

Fortunatamente questa razzista retorica che attraversa oggi trasversalmente l’intero arco parlamentare italiano, dai fascioleghisti salviniani, ai centristi, passando per settori dei cinque stelle fino al PD, nella nostra Cosenza non trova cittadinanza. Grande è stata la reazione di sdegno della cosenza popolare all’ennesima operazione della questura cosentina che anziché indagare sulle infiltrazioni mafiose negli appalti delle grandi opere bruzie, anziché interessarsi del connubio mafioso-massonico-politico opprimente nella nostra terra, anziché colpire i padroni di questa città che illecitamente ingrassano i propri profitti sulle spalle della gente che non sa come arrivare alla seconda settimana del mese (palazzinari, pseudo imprenditori, padroni della sanità, costruttori), si accanisce su chi ha deciso di alzare la testa, di riscattarsi dalla condizione di subalternità cui vorrebbero costringerli governanti e padroni, e ha deciso di dire basta all’opprimente ricatto di chi vorrebbe farli prostrare ai loro piedi per elemosinare quanto invece gli spetta.

La lotta per la casa rappresenta oggi sul nostro territorio l’espressione più alta di conflittualità sociale, un mezzo di riappropriazione immediata di reddito indiretto, una pratica che negli anni si è dimostrata vittoriosa ed efficace e che ad oggi ha dato possibilità di riscatto sociale a centinaia di uomini donne e bambini. Rappresenta altresì, un percorso inviso a politici, palazzinari e padroni perché, per le sue proporzioni di massa, per la forte attenzione che suscita su sempre più ampi settori popolari stritolati in una condizione di povertà dall’avanzare della crisi, potrebbe rappresentare, al fianco dei movimenti sociali anticapitalisti e del sindacalismo di base, la mano con centinaia di dita stretta in un unico minaccioso pugno che rovescerà il loro mondo ovattato che si regge sul nostro sudore e sui nostri sacrifici.
L’USB sta con i compagni e la grande comunità resistente di Prendocasa. Esprime vicinanza e complicità agli occupanti di via savoia per il vile atto intimidatorio che hanno dovuto subire nei giorni scorsi. Noi pensiamo che la solidarietà di classe non sia sterile dichiarazione d’intento ma una pratica militante che deve essere agita e diffusa, l’arma che spazzerà l’egoismo e la violenza di questa sporca società che sottomette l’uomo all’altro uomo, al denaro e alle cose. Difendiamo le occupazioni di Prendocasa. Se toccano uno, toccano tutti.

Unione Sindacale di base – Cosenza

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