UniCal: quando il pesce è marcio puzza dalla testa

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Il burrascoso dibattito che ha avuto inizio con le dimissioni del prorettore D’Ignazio il quale, con una lettera, muove pesanti critiche al modus operandi del rettore, denunciandone la scarsa democraticità dei processi decisionali. A seguire, il direttore del dipartimento di Studi Umanistici Perrelli, in una lettera pubblica di sfiducia al rettore, condivide l’impianto critico mosso dall’ormai ex prorettore, rincarando sulla questione distribuzione dei cosiddetti “punti organico” nell’ateneo, dichiarando l’iniquità della distribuzione degli stessi rispetto alla capacità di reclutamento interna dei singoli dipartimenti. L’oggetto specifico della discordia è stata la mancata assunzione di una professoressa che, come altri sei suoi colleghi, doveva prendere servizio in seguito alla precedente decisione di Senato e Cda; nella lettera, inoltre, viene sottolineata la deriva personalistica e autoritaria dell’attuale amministrazione Crisci, in perfetto stile renziano.

Nella frenesia di questa vita accademica fatta di rincorsa ai crediti, orari lavorativi per le lezioni e la crescente chiusura degli spazi di socialità e discussione, nell’industria-università esistono molte criticità riguardanti la garanzia del diritto allo studio.
Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad una rissa per l’assegnazione dei posti vacanti nei corsi di laurea, una scena vergognosa di cui l’università si rende partecipe e promotrice attraverso l’imposizione di numeri programmati e numeri chiusi, previsti dai corsi di laurea, che la riforma Gelmini ha ulteriormente esasperato.

A rendere ancora più esasperata e confusionaria la condizione di accesso all’università è l’incapacità strutturale del centro residenziale nella pubblicazione delle graduatorie per l’assegnazione delle borse di studio e dei servizi, cui si aggiunge il mancato pagamento delle borse di studio relative allo scorso anno accademico (ci si auspica sia solo un ritardo), le condizioni fatiscenti e indecorose di numerosi alloggi studenteschi, il ritardo nell’assegnazione del posto letto – in particolar modo agli studenti iscritti ai primi anni – ; gli elevati costi di servizi quali la mensa.

Se non bastasse il pastrocchio amministrativo e organizzativo del CR e del suo diretto responsabile Pro Rettore Filice, l’area didattica contribuisce attivamente alla creazione di un clima confusionario. Attraverso una calendarizzazione d’inizio dei corsi (per molti di essi) antecedente alla pubblicazione delle graduatorie d’ammissione che hanno provocato una cattiva organizzazione degli stessi, data l’impossibilità per molti studenti di parteciparvi poiché non a conoscenza della loro ammissione e dell’assegnazione di alloggi e borse di studio nei tempi utili.

Le rappresentanze studentesche, pensando di cavalcare l’onda di un dibattito che coinvolge le principali figure decisionali interne all’ateneo, hanno inscenato una protesta chiedendo le dimissioni del Prorettore Filice richiamandosi al ritardo pagamento delle borse di studio dello scorso anno. Una protesta a carattere puramente propagandistico ed elettoralistico in quanto se guardiamo al passato le componenti che oggi criticano l’operato di Filice sono le stesse che hanno pubblicamente sostenuto e votato in seno agli organi d’ateneo a favore del Rettore, del suo programma e del suo staff. Per non parlare delle posizioni assunte dagli stessi rappresentanti in merito ai bandi dell’università. Inoltre questi stessi personaggi utilizzano l’università per fare gavetta politica in vista di una futura carriera partitica o di impiego all’interno degli uffici dell’ateneo o di fantomatici pub e locali notturni all’interno degli spazi dell’università.

Se i rappresentanti degli studenti, attualmente in carica, riescono con facilità a criticare l’operato del CR molto più difficilmente riescono ad entrare nel merito politico del dibattito sul Diritto allo studio, infatti, notizia di pochi giorni fa, è la pronuncia della sezione regionale di Catanzaro della Corte dei Conti in cui si evidenzia che la Regione Calabria ha restituito allo Stato 2.693.000 euro non spesi, destinati al diritto allo studio, agli studenti disabili e al diritto al lavoro per i disabili di cui1.524.000 euro destinati all’attuazione degli interventi per il diritto allo studio; 550.000 euro destinati ai contributi e benefici a favore degli studenti, anche con disabilita’.

L’impoverimento della didattica è ormai ordinaria amministrazione fin dal primo anno di attuazione della riforma Gelmini e dei tagli di Tremonti. Concretamente questo ha comportato una vera e propria mattanza di singoli insegnamenti e interi corsi di laurea; all’accorpamento e/o alla frammentazione di vari percorsi di studio, alla riduzione dei monte ore per la didattica e a strumenti economico-ideologici di valutazione della qualità di didattica e ricerca. Per citare alcune conseguenze si pensi alla chiusura di DES, Mediazioni linguistica etc, all’impoverimento di corsi di laurea quali Relazioni Internazionali, DAMS e Scienze della Comunicazione etc.

Di certo non si può dire che le obiezioni poste dal Professor D’Ignazio in termini di democrazia dei processi decisionali non trovino riscontro nella realtà, non che lui non sia esente da questa critica, in quanto, non essendo questo il primo anno di rettorato Crisci, possiamo permetterci di tirare un bilancio di metà mandato. Un bilancio non certo positivo se si pensa alle premesse che hanno caratterizzato la campagna elettorale dell’attuale rettore.

Le tanto propagandate assemblee, momenti di confronto e di apertura del dibattito sulle decisioni e sulle questioni più importanti dell’università non si sono mai verificate facendo saltare completamente l’elemento di discontinuità fra il mandato Latorre e l’attuale gestione Crisci a partire dalla necessaria riforma dello statuto d’ateneo, tanto urlata nel periodo elettorale.

Un altro sintomo della mancanza di democrazia all’interno dell’ateneo è la mancata pubblicazione dei verbali di Senato Accademico e CdA da diversi mesi. Senza guardare quanto avviene nei dipartimenti o negli anni passati. Mentre nei pochi verbali consultabili le decisioni fondamentali vengono omesse.
Quando il pesce è marcio puzza già dalla testa!

Progetto AZADI – Liberiamo spazi e tempi

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