7 DICEMBRE. ASSEMBLEA REGIONALE DEI COMITATI. IL REPORT

Da Niscemi alla Val di Susa, da nord a sud del Paese, nei giorni intorno all’8 dicembre i comitati di lotta in difesa del territorio hanno messo in campo diverse iniziative riguardanti le criticità e gli elementi emergenziali sul tema dell’ambiente, del lavoro, del territorio, della salute.

Proprio su queste tematiche ci siamo riuniti per discuterne da una prospettiva regionale, provando ad unire i tanti comitati, associazioni e movimenti che si organizzano con tanta difficoltà per agire sui territori.

Tutto è emergenza in Calabria. Proprio in questi giorni assistiamo al suono delle sirene che dichiarano lo stato d’emergenza in cui versa la Sanità, la gestione dei Rifiuti, il sistema dei trasporti. Tutte problematiche che si sommano alle difficoltà ataviche relative al lavoro ed al reddito.

Ma noi sappiamo già, perché l’abbiamo imparato dalla recente storia, che l’emergenza è un meccanismo di governo che porta alla decretazione d’urgenza, che sconvolge tutte le norme e le regole più basilari. Tutto è possibile in uno stato di emergenza. Per scavare l’ennesima buca per sotterrare i rifiuti, aprire l’ennesimo termovalorizzatore o centrale a biomasse o biogas che dir si voglia, in emergenza non servono valutazioni di impatto ambientale e non ci sono Piani Rifiuti che tengano; si va a braccio a seconda degli interessi in gioco.

Dal dibattito tra gli amministratori locali e regionali non si evince nessun accenno ad una programmazione alternativa che renda possibile una prospettiva sostenibile ovvero una gestione dei rifiuti che guardi alla logica della diminuzione, della raccolta porta a porta, del riciclo, del riuso.

Da questa assemblea regionale è uscita evidente la necessità di costruire le basi per organizzare insieme – comitati, movimenti e associazioni – sia lotte che campagne comunicative e di pressione che portino alla ribalta le buone prassi – utili ad un governo del territorio orientato alla protezione di ambiente, salute, reddito, insomma la vita stessa dei calabresi e delle calabresi.

Se dall’alto della politica istituzionale non si vedono nemmeno in un orizzonte lontano, delle soluzioni razionali efficaci, se la società stessa è stata frammentata e atomizzata da politiche clientelari e mafiose, l’unica possibilità che ci rimane, l’unico antidoto, è quello di unire ciò che è diviso, auto-organizzare ciò che è caotico.

Anche i meccanismi sistemici della “governance”, dal MES al regionalismo differenziato, al pareggio di bilancio, al taglio delle risorse degli enti locali quasi tutti in dissesto, hanno messo in campo un tipo di ingranaggio che ha come obiettivo l’impoverimento della democrazia reale, che taglia fuori dalle decisioni i livelli più bassi, quelli locali, più vicini alla popolazione, per fare in modo che tutto si decida ai livelli più alti, in Europa, nelle stanze che contano.

 Chi comanda ci dice continuamente che mancano le risorse e poi, ad esempio nella Sanità, si mantengono sacche di inefficienza e di clientelismo spicciolo che non producono servizi – oppure a livello di grandi opere, si programmano progetti poco o niente utili alla collettività (MOSE, TAV, TAP, Terzo megalotto della SS 106, Parchi Acquatici, Metropolitane Leggere).

Sicuramente c’è il bisogno di una controinformazione sempre più efficace ed il lavoro iniziato con la mappatura dei conflitti, ambientali, sociali, sanitari, può essere uno strumento per creare dibattito e partecipazione su alcune emergenze e disastri ecologici o sociali che affliggono il territorio regionale.

C’è bisogno di lottare per questo. I media mainstream non si occupano quasi per niente delle problematiche legate alla salute – quando esse sono strettamente connesse ai disastri ambientali che man mano si scoprono essere perpetrati ai danni della nostra Regione.

Certamente c’è bisogno di alzare il livello di competenza di chi si inserisce in un movimento di lotta, per capire le questioni e proporre soluzioni realisticamente applicabili. C’è la necessità di costruire sapere condiviso a partire da chi questo sapere lo possiede per mestiere, per esperienza o per studi.

Il degrado dell’informazione si combatte con una informazione più pertinente e precisa. Occorre contrapporre idee giuste a quelle sbagliate che vorrebbero rendere sostenibile ciò che è insostenibile come, ad esempio, l’ILVA; che vorrebbero rammendare il Piano Rifiuti Regionale Calabrese cercando di risolvere il problema dell’umido prodotto nelle città con i biodigestori o i mega impianti di compostaggio.  Tutto ciò è una follia.

Le conseguenze di questi errori, che impattano negativamente la madre terra e noi popolazioni che la abitano, è dovuta anche ad un rapporto sempre più strumentale tra l’uomo e la donna con l’ambiente circostante. Si è imposta una mentalità per cui tutto ciò che sta fuori di casa mia è materia da sfruttare o un non luogo ove scaricare i rifiuti.

Una cultura del rispetto della terra come “madre” potrebbe essere fondamentale per scardinare le tante storture dell’attualità. In questo dovrebbero essere sostenute le tante esperienze di agricoltura contadina, dei Gruppi di Acquisto Solidale, dei gruppi di mutuo aiuto, delle associazioni culturali ed artistiche che provano a divulgare queste prospettive altre.

C’è bisogno che il lavoro dei comitati e dei movimenti sia incisivo e costante a tutti i livelli, locale e regionale. La lotta, contro lo sfruttamento dei territori, contro la malapolitica, è fondamentale ma non dobbiamo dimenticare che spesso la gente non si mobilita o lo fa con grande ritardo, anche di fronte a disastri palesi come l’ILVA, l’ex Legnochimica, i rifiuti e la malasanità.

Come far crescere l’informazione e la capacità reattiva delle persone è il lavoro che dovremmo fare. Dimostrare che insieme si può incidere in senso trasformativo e migliorativo sul reale, sulla vita quotidiana, è il nostro obiettivo.

Dobbiamo guardare più in là ancora, al 2025. Fare in modo che questo percorso di lotta dei comitati e dei movimenti faccia dei passi avanti, costruisca programmi comuni sulle varie questioni in campo, tangibili e realizzabili, capaci di aumentare la massa critica e l’attivismo nella nostra Regione.

Viviamo in Calabria in una democrazia solo apparente dove cambiano i governatori ma non cambia il sistema. Settori ed aree interamente commissariate, lottizzazioni e interessi privati, guidano le nostre vite. Dovremmo capire come smontare un tale sistema per rimontarlo secondo le modalità giuste che sapremmo pensare e percorrere.

Anche le prossime elezioni mostrano il reale volto della politica in Calabria, senza alternative credibili, senza un movimento forte dal basso che possa sostenere il crescere di un vento nuovo.

Un vento che dovrebbe portare i giovani a non emigrare per trovare la possibilità di un lavoro dignitoso. Capire come invertire la logica delle grandi opere per tradurla in un programma sulle bonifiche, sul dissesto idrogeologico, sulla sanità, che porterebbe lavoro e vantaggi per l’ambiente, il territorio, la salute – e più diritti.

Si potrebbe pensare all’organizzazione di una manifestazione regionale, costruita sui territori nei prossimi mesi, su questi stessi temi: lavoro, ambiente, salute e diritti.

C’è la necessità di organizzarci, un tremendo bisogno di organizzazione, di aprire interlocuzioni “tecniche” e non politiche con la Regione e le istituzioni locali, proponendo con la forza che può venire solo dal sostegno popolare, le molte alternative che già altrove vengono applicate.

#usciamo dall’emergenza

#riprendiamoci il futuro

#difendiamo salute e ambiente

PROPOSTE DI INTERVENTI INTERMEDI

  • Presidio 9 dicembre a Rende (convegno Nimby)
  • Presidio alla RAI (data da concordare)
  • Presidio all’ArpaCal ((data da concordare))
  • Manifestazione sulla Sanità prima del 26 gennaio
  • Completare la digitalizzazione della Mappa dei Conflitti (già consultabile su malanova.info)
  • Organizzare le assemblee provinciali dei comitati per facilitare l’incontro ed il lavoro locale
  • Predisporre una campagna unitaria regionale (manifesti, banner, volantoni, ecc.) sui temi già individuati in questa assemblea che ci possa portare ad una manifestazione regionale

Per agevolare la comunicazione istantanea tra comitati si è deciso di aprire un ulteriore canale di comunicazione (WhatsApp o Telegram) in affiancamento alla mailing-list

Terre di Calabria, 07/12/2019

Coordinamento Regionale Comitati e Movimenti

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