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Il problema del Numero Identificativo Personale e l’impatto dell’IA sull’umanità

15/06/2025

Fonte: Orthodox Typos

Autore: Charalambos Minaoglou

L’abuso dell’intelligenza artificiale e i pericoli che rappresenta non solo per la nostra libertà, ma anche per la nostra stessa esistenza non sono affatto facili da comprendere, poiché ne siamo già diventati fortemente dipendenti. Il male avanza a poco a poco e ci semplifica costantemente la vita, guadagnando tempo. E voi mi direte, guadagnare tempo è un bene o un male? No, risparmiare tempo non è affatto un male, il male sta nel fatto che non stiamo risparmiando tempo, cioè non stiamo svolgendo i nostri vari compiti più velocemente con l’intelligenza artificiale, ma stiamo lasciando che sempre più compiti vengano svolti dall’intelligenza artificiale. Quando, ad esempio, ci sono ormai “autori” affermati che scrivono i loro testi con l’intelligenza artificiale, quando le tesi di dottorato vengono scritte con il suo aiuto (non intendiamo qui, ad esempio, la correzione di alcuni errori di ortografia da parte del copywriter, ma la stesura dei testi stessi), allora cediamo il nostro pensiero creativo all’AI e allo stesso tempo rinunciamo a una nostra capacità. Pensiamo tutti di non rinunciarci, di lasciare che l’intelligenza artificiale scriva per noi quando ci serve ma quando vogliamo possiamo sempre tornare a scrivere noi stessi. Solo che, una volta che ci abbandoniamo alla “velocità” e alla “qualità” dell’intelligenza artificiale, che in realtà non possiamo cogliere, perché siamo umani, non c’è ritorno. E questo ‘quando vogliamo’, in realtà, non succede mai. Perché ora “impariamo bene”, “lavoriamo” presumibilmente a ritmi più veloci, “produciamo” di più e quindi questo momento in cui creeremo noi stessi in autonomia non arriverà mai più.

  Un editorialista del Times scrisse qualche anno fa di volere che l’intelligenza artificiale gli pulisse casa, cucinasse per lui, facesse le sue faccende domestiche, ma non che scrivesse i suoi testi al posto suo. Perché, come osservò anche allora, come sarebbe la sua vita, cosa ne farebbe se rinunciasse alla sua capacità creativa a favore dell’intelligenza artificiale? Non l’ho seguito, ma sospetto che, sebbene avesse giustamente compreso che non ci sarebbe motivo per l’esistenza umana se l’intelligenza artificiale facesse tutto per noi, il fatto di averne accettato l’uso in tutto il resto, al di là della scrittura dei suoi testi, lo abbia già portato a cedere anche in questo ambito.

  E qui qualcuno che dipende dall’intelligenza artificiale obietterà che gli umani non saranno inutili se lasceranno che l’intelligenza artificiale faccia tutto per loro (persino guidare per loro; un amico che ha comprato di recente un’auto nuova mi dice che, se glielo permetti, per fortuna ancora quando vuoi puoi comunque intervenire, l’auto si muove completamente da sola), poiché dovranno sempre guidarla dandogli delle linee guida per ciò che vogliono, e che queste linee guida costituiranno ora la creazione umana. Questo, tuttavia, sarà vero, senza che ciò significhi che sia anche una “creazione umana” fino a un certo punto, finché l’intelligenza artificiale non apprenderà tutta la conoscenza e l’esperienza umana. Diventa più intelligente se la usiamo ogni giorno, e più diventa intelligente e meno ha bisogno dei nostri comandi. Lo vediamo ogni giorno, mentre gli assistenti intelligenti iniziano sempre più a non aspettare che siamo noi a chiederglielo, ma a suggerire soluzioni o azioni che presumono che vogliamo intraprendere.

  Siamo davvero al punto più critico, credo, per l’evoluzione umana. Mai l’uomo si è trovato di fronte a pericoli simili senza essere in grado di percepirli. Chi di noi riesce ancora a percepire alcune delle conseguenze disastrose del predominio dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite ha una prima soluzione intuitiva, ma efficace: usarla il meno possibile e per il minor numero possibile di cose importanti. Una risposta più radicale ci impone di uscire dagli ambienti digitali e di esigere, nella misura in cui la maggioranza può ancora accettarli, che non vengano utilizzati da governi e aziende. E in nessun caso dovremmo accettare di effettuare transazioni esclusivamente con transazioni digitali, senza denaro reale, ovviamente… Altrimenti, il mondo futuro è già davanti a noi…