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L’acqua è un bene comune. Contro la modifica statutaria di ABC Napoli

Il coordinamento Campano dei comitati per l’acqua pubblica esprime la sua ferma e totale disapprovazione a ogni modifica dello statuto di Abc Napoli azienda speciale e agli aumenti delle tariffe. La prossima estate ci aspetta una siccità devastante che interesserà tutta la Regione causata da una riduzione delle portate di 2.200 litri al secondo delle sorgenti di Cassano Irpino e del Serino. Davanti ai processi di privatizzazione in atto in Italia ci saremmo aspettati il rafforzamento di Abc Napoli, l’unica città metropolitana che ha obbedito al referendum 2011, trasformando l’Arin spa in Acqua Bene Comune azienda speciale. E invece dobbiamo prendere atto di una volontà politica del Consiglio comunale di abbandonare il modello pubblico, efficiente e partecipato, eliminando alcuni degli elementi che lo caratterizzano.

Mai ci saremmo aspettati il tradimento del sindaco Gaetano Manfredi che aveva garantito ai comitati e a padre Alex Zanotelli che non avrebbe toccato lo statuto, né tanto meno avremmo creduto che la proposta di delibera provenisse dal consigliere D’Angelo, il quale da Commissario dell’azienda speciale ne aveva sempre sostenuto le caratteristiche. 

Queste sono le modifiche che attaccano al cuore lo schema dell’azienda speciale. In primo luogo sparisce il bilancio ecologico e partecipato che garantiva la vocazione pubblica di ABC e la natura dell’acqua bene comune.

Viene, poi, depotenziato il ruolo di controllo del Comitato di Sorveglianza, trasformato in un fantomatico Comitato di partecipazione, i cui membri passerebbero da 21 a 13, perdendo di fatto la possibilità di sorvegliare sul buon andamento dell’Ente. E infine è previsto che gli organi decidenti possono discostarsi dagli indirizzi espressi dal Comitato, senza nessun obbligo di motivazione. È chiaro che con queste modifiche s’intende mettere il bavaglio alle associazioni ambientaliste, stabilendo la possibilità di decidere qualsiasi cambiamento, senza tener conto degli indirizzi del Comitato.

Manfredi imbocca la stessa strada di De Luca che, prima di procedere alla privatizzazione delle fonti regionali, ha l’abrogato l’art. 20 della L.15/2015, eliminando la partecipazione dei cittadini nelle decisioni per la tutela dell’acqua bene comune.

Per questi motivi lunedì 5 maggio ci siamo ritrovati in piazza Municipio con cittadini, comitati, associazioni, partiti politici e sindacati – insieme anche a Alex Zanotelli e del professor Alberto Lucarelli – in un’assemblea pubblica per chiedere di non modificare lo Statuto di Abc.