È giunto il tempo in cui tutte le distopie sembrano avverarsi. Pochi miliardari in tutto il mondo entrano privatamente in possesso di tutte le risorse vitali, dei mezzi di produzione e addirittura dei gangli del governo. Fino a poco tempo fa erano “semplicemente” dei burattinai che imponevano ai burattini della politica al loro soldo le mosse da compiere, le leggi da approvare, le parole da dire. Oggi sono loro stessi a presentarsi e a vincere le elezioni, loro stessi a diventare direttamente politici e tecnocrati.
Da poco, Elon Musk, già parte dell’amministrazione Trump, ha dichiarato di voler mettere mano alla creazione di un’enciclopedia fatta dall’intelligenza artificiale. Grokipedia rappresenterebbe la nuova Wikipedia non più basata sulla collaborazione degli esperti umani sparsi per il mondo ma implementata direttamente dall’intelligenza artificiale. Il grande obiettivo di Musk è ridefinire il mondo dell’informazione digitale, sostituendo l’approccio comunitario con quello dell’IA.
Elon Musk, da tempo, accusava Wikipedia di faziosità. Il contenitore di articoli scritti comunitariamente sarebbe, a detta del miliardario, in mano ad un gruppo di attivisti di sinistra che non sarebbero imparziali ma sosterrebbero la cultura woke. L’intelligenza artificiale sarebbe, a suo dire, meno orientata e più super partes.
La notizia non poteva venire che da X, il social di proprietà di Musk, dove, in risposta a un post che accusava Wikipedia di faziosità, il patron di Tesla ha commentato: “Stiamo costruendo Grokipedia con xAI. Sarà un enorme miglioramento rispetto a Wikipedia e un passo necessario verso l’obiettivo di xAI: comprendere l’Universo.” Il sito dell’enciclopedia IA è già online con milioni di articoli già caricati in diverse lingue, nulla ancora al confronto con Wikipedia ma l’utilizzo della potenza dell’IA lo condurrà rapidamente a pareggiare i conti. Con quali risultati?
Nei progetti di Musk ci sarebbe proprio quello di realizzare un sito enciclopedico che contrasti la deriva woke di Wikipedia. Già di per sé questo obiettivo implicherebbe il fatto che l’informazione può essere orientata, verità oramai consolidata nel mondo dell’intelligenza naturale, anche se prodotta dall’intelligenza artificiale.
Di per sé, dunque, il problema rimane sempre lo stesso: non tanto l’utilizzo della tecnologia, quanto la proprietà della stessa che ne può influenzare l’applicazione. La potenza di calcolo e di flessibilità dell’intelligenza artificiale piegata a scopi privati se on addirittura personalistici può diventare un grave pericolo. Un’enciclopedia interamente digitale che si auto-produce e auto-aggiorna, seguendo le direttive di chi l’ha pensata e programmata, sembrerebbe in linea con la distopia orwelliana contenuta nel suo famoso libro 1984.
“Nell’intero edificio vi erano migliaia, anzi decine di migliaia di feritoie simili, ubicate non solo nelle singole stanze, ma anche nei corridoi, non troppo distanti l’una dall’altra. Per chissà quale motivo le avevano soprannominate “buchi della memoria”. Quando qualcuno sapeva che un certo documento doveva essere distrutto, oppure vedeva per terra un pezzo di carta in tutta evidenza gettato via, automaticamente sollevava il coperchio del buco della memoria più vicino e ve lo lasciava cadere dentro, dove un vortice di aria calda l’avrebbe trasportato fin nelle enormi fornaci nascoste da qualche parte nei recessi del fabbricato. Winston esaminò i quattro ritagli di carta che aveva srotolato. Ciascuno conteneva un messaggio non più lungo di una, due righe, redatto in quella specie di gergo tutto fatto di abbreviazioni (scritto non proprio in neolingua, anche se costituito per la massima parte di parole in neolingua) che al Ministero impiegavano a uso interno. […] I messaggi che aveva ricevuto si riferivano ad articoli o notizie che per una qualche ragione si era ritenuto necessario cambiare o, come si diceva ufficialmente, rettificare. Dal «Times» del 17 marzo, per esempio, si evinceva che il Grande Fratello aveva previsto, nel discorso tenuto il giorno prima, che il fronte dell’India meridionale sarebbe rimasto calmo, mentre nell’Africa del Nord ci sarebbe stata presto un’offensiva eurasiatica. Pareva, però, che l’Alto Comando eurasiatico avesse scatenato l’offensiva nell’India meridionale e lasciato in pace l’Africa del Nord. Era quindi necessario riscrivere un passo del discorso del Grande Fratello in modo da fargli prevedere quello che era poi accaduto. Altro esempio: il «Times» del 19 dicembre aveva pubblicato le previsioni ufficiali relative alla produzione di svariati beni di consumo negli ultimi tre mesi del 1983, col quale si concludeva anche il secondo anno del Nono Piano Triennale. Il giornale di oggi riportava i dati della produzione effettiva, dai quali traspariva che le previsioni erano grossolanamente errate, in ogni dettaglio. Il compito di Winston consisteva nel rettificare i dati originali, facendoli coincidere con quelli odierni. […] Una volta che fossero state raccolte e ordinate tutte le correzioni che si erano imposte per un particolare numero del «Times», il numero in questione veniva ristampato, mentre la copia originale veniva distrutta e sostituita negli archivi da quella nuova. Un simile processo di alterazione continua non era applicato solo ai giornali, ma anche a libri, periodici, manifesti, film, commenti sonori, cartoni animati, fotografie, insomma a ogni scritto o documento passibili di possedere una qualche rilevanza politica o ideologica. Giorno dopo giorno, anzi quasi minuto dopo minuto, il passato veniva aggiornato. In tal modo si poteva dimostrare, prove documentarie alla mano, che ogni previsione fatta dal Partito era stata giusta; nello stesso tempo, non si permetteva che restasse traccia di notizie o opinioni in contrasto con le esigenze del momento. La storia era un palinsesto che poteva essere raschiato e riscritto tutte le volte che si voleva. In nessun caso era possibile, una volta portata a termine l’opera, dimostrare che una qualsiasi falsificazione avesse avuto luogo. […] Anche i libri venivano ritirati e riscritti in continuazione, poi ristampati senza ammettere che vi fosse stato apportato un qualsiasi cambiamento”. G. Orwell, 1984
Persino gli eventi passati potrebbero essere riscritti da chi diventera il proprietario del sapere digitale e custode della memoria. Gli basterà cancellare con dei festanti roghi, al pari dei Bücherverbrennungen nazisti, gli archivi fisici e soppiantarli da quelli digitali più democratici, flessibili e accessibili, che potranno essere facilmente manipolati a conferma della bontà assoluta dell’ideologia dell’uomo solo al comando!