Un nuovo sistema di identificazione digitale contribuirà a contrastare il lavoro nero, rendendo più facile per la stragrande maggioranza delle persone utilizzare i servizi governativi essenziali. L’identificazione digitale sarà obbligatoria per i controlli sul diritto al lavoro entro la fine della legislatura.
Il programma sarà accessibile a tutti i cittadini e a coloro che, immigrati, risiedono legalmente nel Regno Unito, consentendo di risparmiare tempo eliminando la necessità di complicati controlli di identità che spesso si basano su copie di documenti cartacei.
Al contrario, l’implementazione renderà più semplice, col tempo, richiedere servizi come patenti di guida, assistenza all’infanzia e welfare, semplificando al contempo l’accesso ai documenti fiscali. Il nuovo ID digitale sarà memorizzato sui telefoni delle persone, proprio come milioni di persone utilizzano già l’app NHS o i pagamenti contactless tramite dispositivi mobili. Come scrivevamo la triplice innovazione del capitalismo della sorveglianza si basa su ID digitale, smartphone e moneta digitale.
Non sarà richiesto ai singoli individui di portare con sé un documento d’identità o di esibirlo, ma sarà obbligatorio presentare un documento d’identità digitale come mezzo per dimostrare il diritto al lavoro.
Ciò impedirà a coloro che non hanno il diritto di essere qui di trovare lavoro, limitando le loro prospettive di guadagnare denaro, uno dei principali “fattori di attrazione” per le persone che arrivano illegalmente nel Regno Unito. La stessa cosa avverrà, molto probabilmente, per chi, non gradito alla governance, si troverà con qualche macchia sull’ID che non gli consentirà di lavorare e neanche di comprare o vendere. La moneta digitale, infatti, sarà la tappa finale di un controllo completo.
Questa “riforma” è tesa ad inviare un messaggio chiaro a tutti: se arrivi qui illegalmente o delinqui, non potrai lavorare, scoraggiando le persone dall’intraprendere questi viaggi pericolosi e a porsi in linea con le volontà del governo.
Questa iniziativa si basa sulla repressione del lavoro illegale da parte del governo e sulla sua missione di controllo delle frontiere nell’ambito del famigerato “Piano per il Cambiamento”. Ricordiamo che l’amministrazione Starmer sarebbe di stampo “progressista”. Salta subito agli occhi come le politiche repressive provengono da un’unica mente collettiva che “suggerisce” come legiferare a governi di “destra” come a governi di “sinistra”.
Sotto questo governo laburista, gli arresti per lavoro illegale sono aumentati del 50% e sono state presentate nuove leggi per contribuire a contrastare il lavoro illegale nella gig economy. Le proposte seguono anche il successo della politica del governo relativa all’espulsione dei migranti illegali nell’ambito dell’accordo storico sui rimpatri tra Regno Unito e Francia della scorsa settimana.
I documenti digitali, denominati Brit Card, diventeranno obbligatori per dimostrare il diritto al lavoro entro la fine dell’attuale legislatura, ovvero entro il 2029.
Secondo i funzionari governativi, l’ID digitale sarà necessario anche per ottenere un impiego e affittare un alloggio. I documenti saranno archiviati sugli smartphone dei cittadini utilizzando l’infrastruttura One Login. La Segretaria alla Cultura Lisa Nandy ha sottolineato che “chiunque voglia lavorare nel Regno Unito” dovrà essere in possesso di un ID digitale.
Secondo i documenti ufficiali del governo, in futuro l’ID digitale verrà utilizzato per accedere all’assistenza sanitaria, ai servizi sociali, ai registri fiscali e ad altri servizi pubblici.
L’iniziativa ha incontrato una forte resistenza da parte dell’opinione pubblica. Una petizione contro l’obbligo di identificazione digitale ha raccolto oltre 2 milioni di firme in un solo giorno. L’organizzazione per i diritti umani Big Brother Watch ha avvertito che i piani governativi “ci renderebbero tutti dipendenti da un ‘green pass’ per la vita quotidiana, trasformandoci in una società di controllo totale, il che è assolutamente contrario alle tradizioni britanniche”.
Il leader del partito Reform UK, Nigel Farage, ha espresso la sua ferma opposizione all’iniziativa:
“Ciò non avrà alcun impatto sull’immigrazione illegale, ma diventerà uno strumento di controllo e oppressione dei cittadini rispettosi della legge.” Cioè, ben venga il controllo sui migranti ma non parliamone per i cittadini purosangue!
Il servizio di Id digitale britannico sfrutta gli aspetti migliori dei sistemi di identificazione digitale già operativi in tutto il mondo:
- In Australia, i cittadini possono accedere a una serie di servizi privati, dai servizi bancari all’acquisto di alcolici, tramite la propria identificazione digitale, riducendo la necessità di più conti separati e documenti cartacei.
- In Estonia, l’identità digitale ha rivoluzionato la vita dei genitori consentendo loro di accedere senza problemi agli assegni familiari, alle cartelle cliniche e alle domande di ammissione agli asili nido, senza dover mai fornire le stesse informazioni due volte.
- In Danimarca, gli studenti possono utilizzare il loro ID digitale nazionale per effettuare l’accesso e recuperare automaticamente i documenti didattici e le qualifiche nelle domande di lavoro e di ammissione all’università.
- In India, il governo ha risparmiato circa 10 miliardi di dollari all’anno riducendo le frodi e le perdite nei programmi di assistenza sociale.