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Il caso De Martino: l’emergenza indotta della sicurezza e la privacy

Nei quartieri, nei negozi, sul proprio pianerottolo e persino dentro casa emerge sempre più un grido unanime tra i cittadini in cerca di sicurezza: “istallare più telecamere!”. La narrazione imperante è quella di una società sempre più pericolosa che minaccia ad ogni corcevia la nostra stessa vita. Giri l’angolo ed ecco lo spacciatore, vai al supermercato ed ecco il migrante molesto, vai in ferie ed ecco l’irruzione in casa tua.

Dal report pubblicato nel febbraio 2025 dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, che analizza il decennio 2015-2024, emerge in realtà una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari perpetrati in Italia, con un calo del 33 per cento, passando dai 475 omicidi del 2015 ai 319 del 2024 (-6%).

“Il trend è confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito Ue, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari”. (https://www.poliziadistato.it/articolo/199667bc4a19c0834158818427)

Per smontare un altro stereotipo, utlilizzando gli stessi dati, si evince che nel biennio 2023-2024 le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale mentre quelle straniere costituiscono il 25% e che gli autori dei reati sono italiani nel 70 per cento dei casi.

Ma se i dati certificano un costante decremento dei reati, la percezione di insicurezza aumenta anch’essa costantemente grazie soprattutto ai media che eccedendo nella narrazione e nel clamore per fini di auditel producono effetti socialmente tangibili con città e case sempre più smart e videoprotette.

Sono sempre di più, infatti, i cittadini intimoriti che chidono maggiore sicurezza e telecamere ai sindaci e che scelgono di rendere la propria casa più smart, attratti dalla possibilità di migliorare la sicurezza oltre che l’efficienza energetica e il comfort. Nel 2024 la rincorsa alla smart home ha prodotto 900 milioni di euro di fatturato con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. I lavori per aumentare la sicurezza casalinga sono certamente quelli che trainano le vendite del settore, con 250 milioni di euro, +28% rispetto al 2023. (https://www.italiaoggi.it/le-guide-per-tutti/smart-home-il-mercato-cresce-trainato-dai-dispositivi-per-la-sicurezza-eflep7o7)

Se il marketing, narrando solo le fantastiche possibilità rivoluzionarie offerte dalle tecnologie digitali, soffia sull’innesco di questo fuoco securitario affinché divampi, non mancano i lati negativi e persino i pericoli.

L’ultimo caso riguarda la comparsa online di video intimi del conduttore televisivo Stefano De Martino, ripreso con la sua compagna Caroline Tronelli nella casa di quest’ultima dotata di un sistema di videosorveglianza. Proprio su questo sistema collegato in rete hanno fatto leva alcuni pirati informatici per prelevare fraudolentemente registrazioni intime e sessualmente esplicite dei due fidanzati sicuri di sfuggire ad occhi indiscreti tra le mure domestiche.

Le aziende private produttrici di tali apparati domotici hanno spesso piena consapevolezza del lavoro fatto dai loro sistemi, raccolgono informazioni sul loro utilizzo e sempre più risulta che possano anche lascirsi la possibilità di una “porticina sul retro”, la possibilità di controllo da remoto anche per fini manutentivi. Non solo le telecamere ma anche i più vari ellettrodomestici vengono oramai collegati in rete per essere controllati dall’utente via smartphone. Le applicazioni sviluppate a tale scopo, non sempre impeccabili sotto il profilo della sicurezza e non sempre aggiornatissime, registrano il numero IP, il provider corrispondente, la localizzazione e spesso anche immagini ad elevata risoluzione, voci raccolte nell’ambiente e altri dati molte volte ‘sensibili’.

Questi apparati domotici e le rispettive app sono oramai sempre più diffusi e sempre di più facile installazione e di agevole utilizzo. Da un’unica interfaccia sul proprio telefonino si può governare le videocamere, ricevere alert via sms, accendere vari elettrodomestici o i condizionatori. Se ho un piano cottura ad induzione posso anche accendere il “fuoco” per trovare l’acqua bollente al mio arrivo a casa.

“Un caso emblematico è quello del produttore cinese di videocamere IP Ezviz, i cui dispositivi sono stati coinvolti in una campagna di exploit che sfruttava una vulnerabilità critica (CVE-2023-48121) nel protocollo di autenticazione per accedere da remoto alle telecamere senza credenziali valide. Migliaia di dispositivi sono risultati esposti pubblicamente su Internet, spesso configurati con le impostazioni di fabbrica e senza password robuste. Un utente malintenzionato avrebbe potuto non solo violare la privacy delle case in cui le videocamere erano installate, ma anche tracciare le abitudini dei residenti, come gli orari di uscita o di rientro, per commettere ulteriori reati”. (https://www.agendadigitale.eu/sicurezza/privacy/smart-home-quanti-rischi-i-consigli-per-proteggersi-dopo-il-caso-de-martino/)

La vulnerabilità non è specifica delle videocamere o webcam casalinghe ma è propria di tutti gli apparecchi digitali connessi alla rete. Diverse indagini hanno reso noto casi di intromissioni alla rete internet casalinga e agli apparecchi ad essa connessi come PC, videocamere o microfoni, partendo da falle nel software delle lampadine intelligenti o persino dei robottini aspirapolvere.

“I giocattoli smart hanno dato vita a scandali ancora più eclatanti. Nel 2017 la bambola ‘My Friend Cayla’ è stata vietata in Germania perché considerata un microfono occulto: utilizzava infatti un collegamento Bluetooth non protetto che permetteva a chiunque, nel raggio di pochi metri, di connettersi e comunicare con i bambini attraverso il giocattolo”. (https://www.agendadigitale.eu) Sembra quasi la scenografia di un film horror.

Tutti questi casi, dai più noti ai più occulti, dimostrano come la richiesta di più sicurezza attraverso la rete o l’intelligenza artificiale, sempre più spesso si traducono in realtà in maggiore insicurezza e ad una limitazione importante della privacy.

Anche i processi più sistemici riguardanti il funzionamento stesso di questi apparati di sicurezza o dei sistemi domotici sono una fonte per le case produttrici di dati, e oramai sappiamo quanto siano importanti i dati per il fascio-capitalismo conteporaneo!

Più sicuri con le telecamere in casa o sempre più vicini al regime del Grande Fratello?