La Campagna “No Tech For Apartheid” ha pubblicato un articolo a supporto dei dipendenti Amazon del 21 dicembre 2024.
In quest’articolo si sintetizzano le motivazioni che hanno condotto i lavoratori Amazon ad organizzare una grande mobilitazione contro i capi ed i dirigenti che si sono semplicemente rifiutati di sedersi al tavolo delle trattative con i lavoratori sindacalizzati. E’ nota la ritrosia, anzi il vero e proprio ostracismo della multinazionale verso i sindacati e il suo attivo lavorio per ‘scoraggiare’ ogni forma di organizzazione dei lavoratori. (leggi https://www.malanova.info/2025/01/26/conflitto-di-classe-e-sindacato-in-amazon-da-new-york-a-passo-corese-i/)
“I magazzinieri e gli autisti delle consegne di Amazon sono la spina dorsale del marketplace di Amazon: evadono ogni giorno milioni di ordini Amazon per il pubblico e generano miliardi di dollari di profitti per gli azionisti di Amazon. L’avidità aziendale di Amazon ha creato condizioni di lavoro disumane per questi lavoratori attraverso un sistema di punizioni e sorveglianza, in cui i nostri colleghi vengono monitorati, spinti a raggiungere quote di lavoro pericolose, a livello di robot, e costretti a urinare nelle bottiglie d’acqua. Di conseguenza, alcuni dei nostri colleghi subiranno lesioni permanenti”.
Proprio questo alto standard lavorativo porta ad un rapido tourn over dei lavoratori che non reggono oltre due o tre anni questi turni massacranti.
“Proprio la scorsa settimana, un’indagine della commissione del Senato ha rivelato che Amazon ha manipolato intenzionalmente i dati sugli infortuni sul lavoro e che i magazzini Amazon hanno un tasso di infortuni gravi doppio rispetto ad altri magazzini. È chiaro: i lavoratori dei magazzini Amazon meritano urgentemente un contratto: la loro sicurezza e il loro benessere dipendono da questo”.
Amazon, il più grande rivenditore online degli Stati Uniti e uno dei maggiori al mondo, secondo l’indagine della commissione del Senato ha messo a rischio i lavoratori in nome della velocità. I risultati sono stati pubblicati nel Dicembre 2024 dalla Commissione Salute, Istruzione, Lavoro e Pensioni (HELP) del Senato, guidata dal senatore Bernie Sanders. Il rapporto è il frutto di un’indagine durata 18 mesi, che ha esaminato sette anni di dati sugli infortuni sul lavoro in Amazon e ha intervistato oltre 130 dipendenti Amazon.
Oltre al tema che riguarda strettamente i loro diritti, i lavoratori tecnologici stanno facendo rete per contrastare le proprie aziende a livello mondiale.
“Ogni giorno ci mobilitiamo contro il contratto congiunto di cloud computing da 1,2 miliardi di dollari di Amazon e Google, denominato Progetto Nimbus, che sta alimentando il genocidio a Gaza e rendendo possibile lo stato di apartheid israeliano. La stessa tecnologia che Amazon vende a Israele tramite il Progetto Nimbus per sorvegliare e uccidere i palestinesi è la stessa suite di strumenti tecnologici che usano per monitorare, opprimere e infliggere violenza ai propri dipendenti nei magazzini di Turtle Island e altrove”.
Le sperimentazioni militari, alla fine, si ripercuotono sulla vita lavorativa di milioni di operai che oramai hanno come interfaccia un terminale o un tablet che ne scandisce il tempo lavorativo. In questa fase di interregno le procedure automatizzate devono avere a che fare ancora con il capitale vivo rappresentato dalla carne e dall’intelligenza semplicemente umani fino alla loro completa sostituzione con la radicale robotizzazione.
La coscienza dei lavoratori tecnologici sta assumendo la profonda interconnessione delle lotte locali e globali e intraziendali. Le strutture oppressive sono sempre più interconnesse e sottoposte a tecnologie sempre più invasive del tempo di vita e della stessa privacy. Il tutto riposa nelle mani di pochi gruppi multinazionali sempre più intrecciati. (leggi https://www.malanova.info/2025/04/17/genesi-ed-evoluzione-del-grande-fratello-il-tecnoautoritarismo-che-si-fa-istituzione/)
Sempre più i lavoratori di Google, Amazon, Microsoft, Meta etc… provano a intrecciare la propria narrazione per contrapporla a quella dei colossi della rete e della logistica.