CARO ANTONINO, NON DEVE STARTI SIMPATICA GRETA, NON DEVI FIDARTI DI LEI. FIDATI DELL’IPCC

Caro Antonino, mi permetto di darti del tu. Spero non ti dispiaccia, ma forse da “collega” fisico e divulgatore posso permettermelo. Ho letto il tuo commento su Greta Thunberg e sui presunti limiti dei modelli climatici, pubblicato ieri da un quotidiano di cui preferisco non fare il nome. Devo dirtelo: le tue affermazioni sono infarcite di errori scientifici, alcuni davvero gravi.

È difficile trovare un filo logico nel tuo pur breve elaborato, ma il punto che sembra premerti di più è questo: «[…] il clima rimane quello che è», scrivi, «una cosa della quale si parla tanto, senza usare il rigore logico di un modello matematico e senza essere riusciti a ottenere la prova sperimentale che ne stabilisce il legame con la realtà». Antonino, ascolta qua: a oggi abbiamo 61 modelli climatici basati su equazioni matematiche. SESSANTUNO. Tengono conto di orografia, dinamica dell’atmosfera, attività solare, copertura nuvolosa, ghiacci, piogge, correnti oceaniche, cicli biogeochimici, attività vulcanica, aerosol, gas serra, vegetazione, chimica dell’atmosfera e sicuramente sto dimenticando qualcos’altro. L’IPCC, il panel sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, scrive: «Continua a esserci un’altissima sicurezza sul fatto che che i modelli riproducono il comportamento delle temperature medie superficiali su larga scala, con una correlazione del 99%». Quindi sì Antonino, il modello c’è e il suo «legame con la realtà» è dimostrato.

Ma la chicca vera la tieni per la fine. «Il riscaldamento globale […] dipende dal motore meteorologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del 5%: il 95% dipende invece da fenomeni naturali legati al Sole». Questa è un’affermazione IRRICEVIBILE da un uomo di scienza. Ecco la percentuale corretta, anche questa dritta dall’IPCC: l’uomo è la causa del global warming con un livello di confidenza di ALMENO il 95%. Come lo sappiamo? Dai modelli che ti piacciono tanto. Modelli le cui previsioni riescono ad accordarsi con i dati osservati SOLO SE tengono conto delle emissioni antropiche di gas serra. E anche dai satelliti: la radiazione infrarossa di ritorno (=calore) è sempre più alta proprio a causa della maggiore CO2 presente. Il Sole contribuisce meno del 10% al riscaldamento globale osservato.

Ora, Antonino, una preghiera. Sei una figura pubblica, hai visibilità. La gente ti ascolta. Non deve starti simpatica Greta, non devi fidarti di lei. Fidati dell’IPCC. È gente che sa risolvere le equazioni differenziali. Leggi il loro ultimo report. Va bene anche l’infografica con le figure colorate e i numeri scritti in grande. Ma prima di parlare di qualcosa che probabilmente non conosci, pensa alla responsabilità che hai nei confronti di chi ti legge. In che mondo vivranno i loro nipoti, se sul riscaldamento globale ti sbagli? Perché te lo dico, Antonino, da “collega” fisico e divulgatore: sul riscaldamento globale ti sbagli totalmente.

Filippo Bonaventura

Print Friendly, PDF & Email