NON BASTA LAVARSI LE MANI, DOBBIAMO COSTRUIRE ALTRI MONDI

Come ci segnalano in molti questo scritto non è dell’EZLN. E’ solo una lettera di un sombrerorojo, argentino, che che non ha nessun contatto con gli zapatisti. La lasciamo visto che comunque il contenuto ci pare una buona testimonianza di come si stia vivendo il contagio in America Latina, insieme al commento anch’esso pubblicato di Leonardo Boff per il Brasile.

Su come lo sto vivendo:

Con calma, ribellione e prudenza. Nella comunità, cioè fuori della città, la situazione è molto diversa; gli alimenti sono nell’orto, ci sono riserve di mais e fagioli, ogni giorno prendiamo tisane medicinali, esercitiamo il corpo con il lavoro agricolo e il piccolo allevamento.

Il panico non è così grande perché non c’è abbastanza tempo per perdere tempo a guardare Fake News, teorie di cospirazione e i media del malgoverno. Le relazioni sociali sono giuste e necessarie, la solidarietà è assoluta con il conosciuto e lo sconosciuto.

La vita non si ferma, non c’è modo di restare a casa, gli animali morirebbero di fame e i “Chakra” potrebbero perdersi.

Non ci sono aspettative sugli aiuti di Stato, lo Stato ha storicamente abbandonato e permesso lo sfruttamento di queste terre.

I bambini privi delle lezioni a scuola imparano di più dalla loro cultura e dalla lingua in casa con le loro famiglie, in particolare con le loro nonne e nonni.

Sui pensieri politici che mi attraversano:

Le città, figlie della modernità capitalista, sono progettate per arricchire le élit in ogni crisi; per far sparire i più vulnerabili e lasciare a casa, immobile, una classe media spaventata e comoda, che non fa altro che consumare informazioni di panico e spendere il suo poco denaro salvato come se fosse la fine del mondo.

La fine del mondo è iniziata con il trionfo del capitalismo e il suo complesso sistema di distruzione della vita e degli elementi naturali che sostengono il pianeta.

Non solo abbiamo un’emergenza sanitaria, abbiamo un’emergenza climatica, una scarsità d’acqua, abbiamo i profughi vittime della guerra in Medio Oriente, del narcotraffico in America Latina e rifugiati ambientali a causa della distruzione dei loro ecosistemi di vita; abbiamo un aumento esponenziale dei femminicidi in tutti i continenti e una corruzione sempre più evidente a tutti i livelli di governo; la crisi è sistemica e la soluzione deve essere uguale.

Non basta lavarsi le mani e mettersi una mascherina, dobbiamo costruire altri mondi possibili e tessere nuove arcate.

Seminare i nostri alimenti, organizzarci, recuperare la medicina naturale, affidarci alla scienza autonoma, creare più scuole, scuole e plus-diversità libere, trovare le crepe nelle crisi e ripensare il modo di vivere collettivo; è compito delle e dei ribelli, insieme a molte altre proposte nate dagli accordi nelle assemblee.

Coraggio, in questo tempo in cui stiamo vivendo uno dei sintomi del collasso globale, questo virus è uno dei tanti che ha infettato l’umanità e il mondo.

Non sto a casa, il nostro compito come insorti è di organizzarci con quelli al di sotto, con quelli della brughiera e della giungla, per costruire molti altri mondi dove il virus del capitalismo-patriarcale e tutti i suoi mali: pandemie, estrattivismo, machismo, colonialismo, discriminazione, violenza, ecocidi, etnocidi, imperialismo e sistema di partiti politici, non possano entrare.

Resumen Latinoamericano | 21 aprile 2020

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