Dichiarazione del 1° Mesopotamian Water Forum
Università di Sulaimani,
Sulaymaniyah, Kurdistan Iracheno, 6-8 aprile 2019

Estrazione in eccesso di acqua; prosciugamento di paludi e terre umide; deforestazione; i troppi progetti di irrigazione, terreni scarsamente drenati; deflusso di pesticidi e fertilizzanti; contaminazione da scarichi sia industriali che domestici non adeguatamente trattati o spesso del tutto non trattati; costruzioni sparse per tutto il territorio di grandi dighe e di piccole dighe a cascata; crescente sfruttamento degli acquiferi sotterranei; canalizzazione dei flussi d’acqua; sistemi di captazione per il trasferimento di acque da una zona all’altra; nonché gli effetti devastanti del cambiamento climatico indotto dai combustibili fossili, hanno in vario modo spezzato i cicli idrologici e creato condizioni di grave penuria a livello locale e regionale. Per gli esseri umani e per tutti gli esseri viventi, queste situazioni di scarsità sono state esacerbate da politiche mirate alla mercificazione e/o politicizzazione dell’acqua, negando in tal modo l’accesso al bene comune dell’acqua.

Prese separatamente, ciascuna di queste aggressioni sarebbe già di per sé motivo di grave preoccupazione. Prese tutte assieme, pongono una minaccia alla sopravvivenza collettiva degli esseri umani così come degli altri esseri viventi. La difesa dell’acqua e del diritto di accesso all’acqua per tutte le forme di vita è oggi, in Mesopotamia, un dovere civico cruciale: senza acqua non ci può essere vita.

L’acqua è un elemento centrale della nostra cultura e spiritualità. Tante leggende, miti, canti, poemi, preghiere e danze sono incentrati sull’acqua. E questo sin da quando popolazioni si sono insediate in Mesopotamia 13.000 anni fa.

In Turchia, Iraq, Siria e Iran – i quattro stati attraversati dai fiumi del Bacino Mesopotamico – le ripetute crisi che hanno colpito l’acqua non sono accidentali. Per tutto il secolo scorso e oltre, governi, interessi economici e forze militari hanno irresponsabilmente perseguito politiche che hanno inquinato e degradato i fiumi e gli ecosistemi della regione.

Centinaia di migliaia di persone sono state allontanate a forza dalle loro case per fare spazio a dighe e ad impianti di trasferimento acqua. L’ambiente fluviale è stato gravemente degradato, minacciando la sopravvivenza di molte specie floreali e faunistiche, la salute dei cittadini è stata messa a rischio e sono cresciute le diseguaglianze economiche e sociali.

Niente di tutto ciò è rimasto senza risposta. Attraverso tutta la Regione Mesopotamica si sono visti energici movimenti per la giustizia ambientale e sociale esercitare i loro diritti costituzionali per fare campagna per l’accesso ad acqua pulita e sicura. In molti casi hanno dovuto affrontare arresti, imprigionamenti e anche peggio. 

Oltre 150 attivisti dell’acqua provenienti dalla regione, con il mandato di lavorare per soluzioni pacifiche, sostenibili ed eque a fronte di queste ripetute ingiustizie, assieme a colleghi di analogo orientamento provenienti da Africa, Asia, Americhe ed Europa, si sono riuniti all’Università di Sulaimani nella regione del Kurdistan Iracheno dal 6 all’8 aprile 2019 per partecipare al primo in assoluto Mesopotamian Water Forum.

Ci siamo incontrati in uno spirito di solidarietà e mutuo apprendimento. Ci siamo interrogati sulle varie cause di penuria di acqua, esplorando le complesse modalità con cui la domanda di acqua è mediata attraverso i sistemi economici e sociali. Abbiamo appreso come la costruzione intensiva di dighe e di altre infrastrutture idriche abbiano causato penuria d’acqua.

Abbiamo esplorato modalità alternative di gestione dell’acqua nell’interesse dei molti e non dei pochi. Abbiamo appreso di nuove iniziative, in particolare nel Rojava/regione Nord-Est della Siria, al fine di sviluppare nuovi approcci partecipativi per il governo delle risorse idriche, che coinvolgano tutti i cittadini – indipendentemente dalla loro etnia, genere o religione – in un approccio consensuale di processi decisionali dal basso.

Noi, il popolo della Mesopotamia – e i nostri alleati presenti al Mesopotamian Water Forum – abbiamo affermato che, al di là delle nostre diverse realtà culturali, sociali, politiche ed ambientali, le nostre lotte sono una sola, ed abbiamo espresso la nostra solidarietà a tutti quelli che lottano per la giustizia per l’acqua, sia nella regione che a livello internazionale.

Abbiamo deciso di:

  1. Sfidare le politiche sull’acqua nella regione distruttive e di sfruttamento, riconoscendo il particolare onere gravante sulle donne e focalizzandone le cause sottostanti.
  2. Mobilitarsi a supporto di accordi negoziati nell’ambito di leggi internazionali legalmente vincolanti, tali da garantire un’equa distribuzione delle acque del Tigri e dell’Eufrate a beneficio di tutte le forme di vita della regione, di quelle umane e di tutte le altre.
  3. Opporsi all’uso dell’acqua come arma di egemonia e lavorare per garantire che l’acqua sia strumento di cooperazione e di pace sostenibile. Gli stati della Mesopotamia a monte devono garantire i diritti sull’acqua delle popolazioni a valle.
  4. Fare appello per porre termine ai recenti tagli delle portate dei corsi d’acqua da parte di Turchia e Iran nei confronti di Siria ed Iraq.
  5. Fare appello per prevenire l’allagamento della città di Hasankeyf, antica di 12.000 anni, causato dalla diga di Ilisu Dam e per preservare dal degrado il patrimonio unico naturale e culturale delle Terre Umide dell’Iraq Mesopotamico.
  6. Costruire alleanze a livello nazionale, di tutta la regione (mesopotamica) ed internazionale per sviluppare politiche e pratiche di gestione democratica dell’acqua.
  7. Garantire che l’acqua venga usata in modo da dare priorità al diritto collettivo di sopravvivenza per tutti e non per pochi.
  8. Tenuto conto che la gran parte dell’acqua è prelevata per l’irrigazione, i seguenti punti sono cruciali: Per gli agricoltori in una economia di sussistenza, l’acqua pulita è di vitale importanza, motivo per cui non dovrebbero essere usati prodotti chimici in aree in prossimità dell’acqua. Dal momento che sementi ibride ed OGM richiedono troppa acqua e arrecano danno agli ecosistemi, dovrebbero essere usate sementi locali. Ripari per animali non dovrebbero essere eretti in prossimità di corpi d’acqua per non causare seri danni alle acque. L’acqua usata in agricoltura non dovrebbe essere contaminata da attività industriali. Irrigazioni vicino ai corsi d’acqua sono fattibili, ma non si dovrebbe trasferire acqua in aree troppo distanti. Pertanto, anziché trasportare acqua alle piante, andrebbero coltivate piante adatte allo specifico regime climatico e di precipitazioni.
  9. L’inquinamento e la distruzione del Fiume Tigri prende avvio in maniera intensiva assai a monte. Una ragione di ciò è che il fiume non ha definito uno stato ecologico nel tratto a monte della città di Bismil. Facciamo appello per una campagna internazionale che dichiari lo stato ecologico del tratto più a monte del Fiume Tigri.
  10. Per rafforzare la Campagna Save the Tigris (STC) quale rete attraverso cui gli attivisti dell’acqua in Mesopotamia possano scambiarsi informazioni ed analisi, individuare fattori comuni e differenze, preparare dichiarazioni e resoconti comuni e organizzare attività/campagne comuni.
  11. Sviluppare il Mesopotamian Water Forum quale spazio aperto per sostenere nuovi processi decisionali a livello municipale, nazionale e di tutta la regione (mesopotamica) attraverso cui poter formulare e promuovere in maniera inclusiva politiche sull’acqua socialmente ed ecologicamente giuste.
  12. Attuare le specifiche raccomandazioni elaborate dai gruppi di lavoro del Forum, elencate nell’Allegato.
  13. Abbiamo dato mandato di organizzare il 2° Mesopotamian Water Forum a Diyarbakir (Amed) / Turchia nel prossimo futuro.

Principali organizzazioni che hanno contribuito al Forum:

Save the Tigris Campaign (STC)
Humat Dijla (Tigris Keepers), Iraq
Mesopotamia Ecology Movement, North Kurdistan
Iraqi Civil Society Solidarity Initiative (ICSSI), Iraq
Initiative to Keep Hasankeyf Alive, Turkey
People’s Campaign to Save the Kind Zagros, Iran
Waterkeepers Iraq, Kurdistan Region of Iraq
Make Rojava Green Again Campaign, Rojava/Northeast Syria
Ecology Union, Turkey
Mountain Watch, Iran
DOZ international, Northeast Syria
Union of Turkish Chambers of Engineers and Architects (TMMOB), Diyarbakir (Amed) Branch, Turkey
KAREZE Environmental Organization, Iran
Lebanon Eco Movement, Lebanon
Rivers Without Boundaries, East and North Asia
Movement of Defence of Water, Land and Environment (MODATIMA), Chile
Un Ponte Per, Italy
Corner House, UK
International Rivers, USA
Water Grabbing Observatory, Italy
Italian Forum of Water Movement, Italy

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