BASTA MANGIARE SUL CENTRO STORICO.

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Una bella pagnotta! Non un panino e mortadella, una pagnotta bella piena.
È con questa espressione che vengono descritti i 90 mln di euro stanziati dal CIPE per il nostro centro storico durante l’incontro con gli assessori regionali Corigliano, Rossi e Musmanno, organizzato dall’associazione Casco (facente capo al PD), nella sala degli stemmi della Provincia. Una passerella che ha visto la partecipazione dei volponi del Pd (da Adamo ad Ambrogio senior), un bel po di gente interessata alla “pagnotta” e pochi cittadini appassionati alle sorti della città vecchia. Non una opportunità concreta per la messa in sicurezza strutturale e sociale ma una pagnotta da dividere.
Presentato come momento di partecipazione attiva alle scelte che dovranno operarsi sulla “bella pagnotta” da 90 mln di euro ma in realtà è stato solo un tentativo per recuperare consenso attraverso la promessa delle solite, vecchie, logiche spartitorie in vista delle prossime elezioni regionali.
Tutti ad affannarsi per elogiare le potenzialità e l’enorme valore culturale intrinseco al centro storico e la magnanimità dell’ex ministro Franceschini che ha “fortemente voluto”, per usare una espressione a loro cara, lo stanziamento della bella pagnotta per la città di Cosenza.
Peccato però che oramai non crediamo più alle loro chiacchiere e promesse. Sono passati 3 anni dal crollo di via Gaeta e dalla passeggiata degli onorevoli deputati e del presidente Oliverio e, da allora, la situazione è invariata anzi, semmai peggiorata. E degli interventi miracolosi promessi in quella occasione -dal governo centrale e da quello regionale- neanche l’ombra. Ma l’abbandono e il degrado del centro storico, come più volte denunciato, viene da lontano così come gli esponenti politici e i funzionari che hanno illustrato questo piano governano e dirigono variamente la città, la provincia e la regione da circa 20 anni. Altri avevano già elogiato la bellezza e le potenzialità della città vecchia, basta spulciare vecchi articoli dove viene presentata come “volano per l’economia”. Quante volte avremo sentito questa espressione? Decine e decine. Salvo poi essere stata dimenticata nei fatti.
Il centro storico sta crollando e con esso la sua gente e le sue potenzialità. Il degrado che attraversa ogni singolo vicolo necessita di interventi strutturali concreti per essere messo in sicurezza. Soltanto poi si potrà parlare di eventi culturali che attirano il turismo e rilanciano l’economia. La priorità è, e deve essere, la messa in sicurezza. A Cosenza stanno arrivando molti soldi tra i fondi CIPE, Agenda Urbana, Mibact, Piano Periferie e Accordo Quadro sulla Metro, in tutti è previsto qualche intervento sul centro storico ma in nessuno viene data priorità esclusiva alla messa in sicurezza. Molte invece le voci ricorrenti che potrebbero rivelarsi scatole vuote o l’ennesimo intervento speculativo su immobili, già oggetto di finanziamenti per edilizia residenziale pubblica e sottratti all’uso originario dell’ex giunta a guida Perugini. È, ad esempio, il caso di Palazzo Bombini, della Casa della Musica, dell’istituto delle vergini, ecc.).
Le linee di indirizzo di questi soldi sono già dettate oppure c’è la possibilità di dare un indirizzo organico attraverso l’ascolto (reale) dei cittadini? La partecipazione richiesta dalle linee guida delle diverse voci di finanziamento sarà reale o un mero esercizio figurativo che si limita alla foto di un tavolo in cui vengono illustrati progetti preconfezionati peraltro lontani dai reali bisogni del centro storico e della città intera?
Una partecipazione reale dovrebbe essere fatta a monte della progettazione e non a valle, far si che i cittadini e i bisogni della città, mettendo in cima le emergenze strutturali e sociali, siano soggetto e oggetto della progettazione. Se invece la partecipazione viene intesa come momento in cui presentare i progetti già elaborati (e magari già appaltati..) ci stiamo prendendo per i fondelli. Si dovrebbe partire dai dati, dettagliati, rilevati con la mappatura che abbiamo realizzato (a costo 0) degli edifici a rischio e delle opere necessarie alla messa in sicurezza minima (adeguamento allacci per VV.FF., postazioni di soccorso, vie di fuga, ecc.) per poi passare processi reali di inclusione sociale. Altrimenti il rischio di ritrovarci con la creazione di opere e strutture dal nome di “tendenza” ma prive di significato.

LE PRIORITÀ SONO ALTRE. BASTA CROLLI, BASTA DEGRADO!

Comitato piazza Piccola -Cosenza Vecchia

 

 

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