COSENZA PRIDE: “Magari fosse sempre così”

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“Magari fosse sempre così”. L’abbiamo pronunciata a più riprese, durante il lungo e colorato percorso del Pride cosentino di sabato 1° luglio, questa breve frase. Una frase che tiene assieme la meraviglia e la speranza, lo stupore e la determinazione. Il Pride cosentino non è stato solo la parata dell’orgoglio gay, l’allegra sfilata della comunità LGBTI, l’occasione per rivendicare uguali diritti per tutti a prescindere dall’orientamento sessuale, ma la manifestazione caotica, disordinata, felice, allargata, trasversale di un’intera parte di città che, per nostra fortuna, pare ormai essere quella preponderante: la città accogliente, solidale, la città che si mobilita, che partecipa, la città che condivide i problemi, che adotta all’unisono soluzioni, la città meticcia e libera. Libera da pregiudizi e condizionamenti così come lo è l’amore. E quando per le strade ci si riversa in centinaia, con la voglia di camminare fianco a fianco, di ballare a ritmo di musica, di abbracciarsi, baciarsi, semplicemente incontrarsi o parlare, stiamo parlando proprio di amore. E di nient’altro. L’amore che Cosenza ha saputo esprimere, nel corso della sua lunga storia, nei momenti tanto difficili quanto gioiosi.

L’onda colorata e tumultuosa che ha attraversato la città, solo poche ore fa, ci riempie di entusiasmo ma, allo stesso tempo, ci lascia un altro messaggio sotteso, un interrogativo inevaso. Perché non riusciamo a scendere in piazza sempre così compatti, uniti e, soprattutto, in tanti?

Non vogliamo che il Pride rimanga un episodio isolato, una pennellata estemporanea di colore nel mare magnum del grigiore quotidiano, fatto di indifferenza e disimpegno. Vogliamo che il Pride, con tutto il suo carico di rivendicazioni, rappresenti il trampolino di lancio per ripensare le forme dello stare insieme, del manifestare, del lottare. Affinché la trasversalità osservata nel corso del Pride cosentino possa contaminare tutte le lotte attualmente in campo, tutte le vertenze aperte, tutte le sfide lanciate.

La vera essenza della lotta sta nell’unione e il Pride, in questo, è stato un piccolo laboratorio istantaneo: dalle persone affacciate ai balconi ai bambini festanti, dai migranti agli ultrà, dai sindacati di base ai movimenti, dai comitati alle associazioni, dagli artisti ai liberi cittadini. Tutti l’uno accanto all’altro, senza distinzioni. Ripartiamo dai fumogeni colorati che invadono il cielo di piazza Amendola e dalla corsa di molti che si gettano tra le braccia ideali di chi li stava aspettando con gioia. Ripartiamo dalla pazza idea dell’incontro, per strano, inusuale, non convenzionale che sia.

L’amore è il trionfo della diversità. E senza amore non c’è lotta.

MALANOVA VOSTRA!

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