Salute, Casa, Reddito, Istruzione

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Il diritto alle cure sanitarie insieme alla casa, al reddito ed all’istruzione sono i capisaldi di una comunità che si voglia definire civile. Tutti e tutte dovrebbero godere almeno dei servizi essenziali di base a prescindere dal loro apporto alla comunità. Un ospedale funzionante, una casa popolare, il reddito di cittadinanza, la scuola pubblica. Questo affinché non ci sia emarginazione o sacche di disperazione e per togliere definitivamente ogni possibile alibi a scelte delinquenziali.

La politica, chiamata a garantire questi diritti fondamentali, non fa altro che rammaricarsi della sua impotenza dovuta alla mancanza di risorse o lamentandosi della scellerata gestione dell’ultima amministrazione (quella precedente!). Mentre si afferma ciò davanti alle telecamere, nel retro bottega fioccano le delibere ed i progetti di parchi acquatici, di palazzetti dello sport, di ovovie, ponti e metrotramvie. Le risorse non ci sono a garantire a tutti e tutte i diritti fondamentali ma si trovano per pensare ad una proposta di legge regionale che ha come oggetto la pensione per i consiglieri.

Vergogna!

Vergognatevi Mario & Mario. Mentre voi litigate sull’ubicazione del Nuovo Ospedale e Marcello a Rende ancora non si rassegna per la bocciatura dell’Ospedaletto privato, tanta gente soffre nei corridoi del Pronto Soccorso che di pronto ha solo il nome. Pochi gli addetti (infermieri, ausiliari e medici) che devono fronteggiare una marea umana proveniente da tutta la Provincia. Infatti, il grande Presidente Scopelliti, plurindagato, ha da tempo risolto il problema del bilancio della Sanità Calabrese chiudendo strutture a caso in giro per la Regione.

Questa brillante operazione “da manuale” ha prodotto un assalto continuo alle poche strutture sanitarie rimaste in piedi trasformando il Pronto Soccorso dell’Annunziata in un vero e proprio lazzaretto con i degenti accampati per giorni su una sedia o su una barella in attesa che si liberi una stanza nei reparti. Alcuni, non potendo tornare a casa per non perdere la “priorità”, sono stati costretti a passare la notte su una sediolina. Altri hanno ricevuto le prime cure in un corridoio subendo il via vai degli altri degenti e dei loro parenti.

La prossima volta, quando al bar parlerete dei progetti consegnati o cantierizzati, quando applaudirete vedendo il vostro sindaco indossare la fascia tricolore per inaugurare l’ennesima inutile quanto spettacolare opera, quando vedrete il Presidente rilasciare interviste sui miracoli operati nella nostra Regione, ricordatevi di chi, sofferente, non trova le cure adeguate rischiando di morire e ripensate alle priorità per la nostra comunità:

Grandi Opere o Diritti Fondamentali?

 

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