L’EMERGENZA ABITATIVA LA RISOLVIAMO NOI

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Se non ci assegnano le case, noi ce le prendiamo!

È ormai da anni che denunciamo la vergognosa vicenda relativa ai fondi ex Gescal. 155 milioni di euro frutto delle trattenute sugli stipendi dei lavoratori pubblici, che dovevano essere utilizzati per la costruzione di case da assegnare ai lavoratori stessi e alle loro famiglie.
A distanza di 16 anni, del tesoretto di 155 milioni di euro, sono solo 6 i milioni rimasti, il resto di questi fondi è stato sperperato dalla mala-politica calabrese, tra consulenze esterne e short list.

149 milioni spariti in un solo botto, senza lasciare traccia, e senza che la questione, denunciata dal comitato Prendocasa, suscitasse il ben che minimo sdegno dell’opinione pubblica e dei mass media, sempre zelante invece a dare spazio a chi predica messaggi di intolleranza verso poveri e migranti, anziché scagliarsi contro le ruberie e le malefatte dei potenti.

Nella sola Cosenza il dramma abitativo ha raggiunto ormai dati allarmanti: 1.200 sono le famiglie in attesa di alloggio popolare, 300 i nuclei in emergenza abitativa, con un’impennata del numero di sfratti che nel solo 2015 si è attestato a quota 700. Questi numeri sono l’evidenza della drammatica situazione che ormai inizia a irrompere anche nei contesti cittadini che, diversamente dalle grandi metropoli, avevano impattato in maniera meno brusca con gli effetti della crisi economica.
Mentre si pensa a realizzare grandi e inutili opere, a tagliare i costi di sanità, scuola e servizi pubblici, mentre il partito del cemento continua a macinare soldi smembrando e devastando il nostro territorio, migliaia di persone vivono quotidianamente nella precarietà e nell’incertezza.

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Il tasso di disoccupazione giovanile nella nostra città supera il 50%, i pochi che trovano lavoro sono costretti a piegarsi ai ricatti dei padroni lavorando a nero, senza tutele e garanzie e venendo pagati a voucher o buoni spesa. Oltre la metà dello stipendio rientra nelle tasche dei padroni per il pagamento degli affitti, mentre un’altra enorme quota ci viene sottratta dal costo di tasse e utenze ormai insostenibili. Un dramma che tutti conoscono ma che viene tirato fuori solo in tempi di campagna elettorale. A Cosenza ci sono oltre 20mila stanze vuote per far fronte al bisogno abitativo di migliaia di persone. I nostri bravi amministratori anziché affrontare strutturalmente l’emergenza abitativa preferiscono agevolare gli amici palazzinari firmando contratti di affitto di centinaia di migliaia di euro per immobili privati squallidi e fatiscenti dove allocare le famiglie in emergenza. Le case popolari anziché essere assegnate ai beneficiari vengono tenute chiuse, date in gestione a fondazioni di qualche compare o destinate ad altri scopi.

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Al solito la Regione tace. Il presidente Oliverio, l’assessore Musmanno ed il mammasantissima Domenico Pallaria (il potentissimo dirigente ai lavori pubblici della regione Calabria), facce toste, si comportano come se tali fatti non li riguardassero proprio, nonostante sia invece chiara la loro responsabilità sulla sparizione dei fondi ex Gescal e sugli intrallazzi che ruotano intorno agli appalti pubblici e alle concessioni edilizie. D’altro canto a livello nazionale, le politiche del governo Renzi, commissionate dalla Troika e dagli amici banchieri e di confindustria, non fanno altro che peggiorare la situazione già precaria di milioni di proletari e sottoproletari italiani emigranti acuendo le diseguaglianze sociali. Sul capitolo relativo al diritto all’abitare, l’infame art. 5 del piano casa di Lupi e Renzi continua a mietere vittime negando alle persone che occupano una casa per necessità la possibilità di richiedere la residenza e di conseguenza di accedere alle cure mediche, al diritto all’istruzione, compromettendo l’esistenza di centinaia di migliaia di famiglie precipitando inesorabilmente le loro vite nella precarietà più totale e nell’invisibilità.

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La scadenza referendaria del 4 dicembre prossimo e le iniziative preparatorie che accompagnano questo percorso, come la dieci giorni di mobilitazione lanciata dalla rete nazionale Abitare nella Crisi verso il corteo nazionale C’è Chi Dice No del 27 Novembre a Roma, sono l’occasione per ribadire il nostro forte e determinato NO al governo Renzi, alle sue politiche, alle sue riforme.
Con questa occupazione, vogliamo quindi gridare forte il nostro NO, un NO che non viene espresso solo nelle urne ma che attraversa la città con pratiche di conflitto sociale e di riappropriazione.
Il palazzo occupato oggi, di proprietà dell’aterp, fino a ieri lasciato vuoto, da oggi sarà casa per decine di uomini, donne e bambini.
Perché deve essere chiaro a tutti che: quello che ci tolgono noi ce lo riprendiamo, e quello che al momento abbiamo preso è solo una minima parte di ciò che ci spetta.
COSENZA DICE NO!

20 Novembre
Comitato Prendocasa – Cosenza

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