In una delle ultime domeniche d’Agosto a Camigliatello, con ancora qualche residuo di turismo nostrano ormai stanco dei lidi calabri, ci siamo recati presso la nuova struttura che attualmente ospita quattro dei ragazzi curdi protagonisti delle proteste di luglio a Cosenza contro il fagliante sistema di accoglienza emergenziale e la Prefettura. Dopo la permanenza nel CAS male allestito presso la struttura alberghiera “la fenicia” e altrettanto mal gestito dall’associazione Animed e dopo la vergognosa parentesi presso il palazzetto dello sport di Camigliatello, da qualche giorno i curdi insieme ad un gruppo di minori bengalesi hanno trovato alloggio presso l’ex Museo Contadino a Moccone.

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Un bel casotto su due piani, recuperato con i fondi del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 per un progetto di Museo Contadino (di cui non vi è traccia alcuna se non fosse per un’antica sega attaccata distrattamente ad un muro di una stanza), così organizzato: al piano terra troviamo un ufficio con avanzi del catering e medicine, una sala pranzo  e spazi comuni.

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Vi è la connessione Wi-Fi, servizio fondamentale per gli ospiti in quanto è l’unico modo per poter comunicare con le famiglie nei loro paesi, attualmente non vi sono i riscaldamenti e in vista della stagione invernale ci auguriamo siano installati (nodo al fazzoletto). Questa volta a dispetto de “la fenicia” i ragazzi hanno a disposizione acqua calda e buoni servizi igienici, lamentano solo la mancanza dei box doccia o di semplici tende poiché utilizzando le docce i bagni si allagano e l’acqua arriva fino al corridoio e di conseguenza alle porte delle stanze da letto.
Le stanze sono Composte da due posti letto, hanno una cabina armadio per gli effetti personali, finalmente un letto con materassi e coperte ( a Camigliatello fa già freddo!). Il cibo viene distribuito dal catering (Cardamone???) ma i ragazzi chiedono una cucina per poter cucinare autonomamente. Li abbiamo trovati finalmente rilassati e con qualche speranza in più.
Non possiamo omettere però che un punto sicuramente negativo è invece il fatto che al momento non sono previste attività sociali nè corsi di italiano.
Una nota a margine.

Durante la visita ci siamo imbattuti in una struttura immensa che da una ricerca più approfondita risulta essere l’ex Colonia Silana, ex Istituto Alberghiero, oggi di proprietà della Provincia.

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Questa struttura è circondata da una Chiesetta in legno, in un apparente buono stato di conservazione, ed altre due case oramai crollate. Più in là un’altra struttura totalmente ristrutturata recante la scritta sulla facciata “Ambulatorio”.

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La tristezza di vedere questi immobili, alcuni dei quali pare anche ristrutturati di recente, chiusi ed inutilizzati è indescrivibile. In un territorio vocato al turismo e con tanti disoccupati, possibile che non si riesca ad elaborare un progetto imprenditoriale e ad assegnare il bene ad una cooperativa formata da un gruppo di giovani valenti, composto magari da ragazzi neolaureati in Scienze Turistiche presso l’Università della Calabria e che fatica a trovare una collocazione lavorativa? Lo sappiamo, troppo lavoro per gli amministratori dei comuni silani già impegnatissimi ad aprire discariche a due passi dal Parco Nazionale e a far crollare viadotti di importanza strategica.

Comitati Civici di Controllo Popolare

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