Ieri pomeriggio la Cosenza solidale, di associazioni e movimenti, si è letteralmente stretta attorno ai rifugiati curdi, pakistani e afghani, sostenendo la lotta che, ormai da 3 giorni, il Comitato Prendocasa sta tenacemente portando avanti. Dopo la conferenza stampa aperta, sotto la Prefettura, attivisti e rifugiati hanno provato a ripristinare simbolicamente la tendopoli smantellata poche ore prima dai solerti questurini, ma, ancora una volta, ad un gesto di resistenza si è opposto l’uso della forza da parte dei tutori dell’ordine, della morale e del decoro urbano. Momenti di tensione che la piazza, raccoltasi in un unico abbraccio, ha affrontato con determinazione e dignità. Quella stessa dignità che ai rifugiati viene negata ormai da troppo tempo. Una delegazione di compagni si è poi spostata in Questura, per un incontro con il neo-assessore Padre Fedele e il questore stesso. La risposta è retorica, prevedibile: il caso dei rifugiati “cosentini” verrà presentato agli alti quadri del Ministero, affinché si trovi una soluzione. Ma la dignità non può aspettare e fare i conti con i tempi biblici della farraginosa macchina statale. Il sindaco Occhiuto, in prima serata, si dice disponibile a ospitare, per qualche giorno, i rifugiati, all’interno di una struttura cittadina privata, ma, dopo pochi minuti, arriva il dietrofront. Niente più sistemazione almeno per questa notte. Pastoie burocratiche frenerebbero il processo. Scatta immediata la rete dell’accoglienza diffusa e i rifugiati trovano posto nei locali del CPOA Rialzo. Cala la notte su Cosenza e speriamo che non cali il buio nelle coscienze di chi può decidere, ma non lo fa, fingendo di non considerare il problema oppure criminilizzando chi profonde impegno e mostra senso di reponsabilita’. Assieme ai nostri fratelli rifugiati siamo già in piazza, nuovamente pronti a combattere per garantire diritti a chi scappa da guerre, disagio e povertà. Monitoreremo la situazione e accetteremo solo quelle soluzioni, anche se temporanee, che tutelino la dignità dei rifugiati. A Cosenza tutti sono i benvenuti e la piazza di ieri lo ha dimostrato. Ora tocca alle autorità di questa città prendere posizione, al di là di proclami e false promesse. Siamo stanchi di essere attaccati, siamo stanchi di dover rintuzzare la forza bruta utilizzata da chi è servo di uno Stato che reprime e soffoca l’impeto naturale di chi lotta per un’uguaglianza universale, per l’incontro tra i popoli, per l’abbattimento delle barriere. Sempre ai nostri posti ci troverete per ricordare a potentati e istituzioni di questa città che c’è una fetta di popolazione che gli occhi sa tenerli ben aperti ed è pronta a resistere con determinazione.

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